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Tardozzi (Ducati): "2021, con noi 2 dei 5 piloti sotto contratto oggi. Presto per dire chi"
30 apr 2020 18:42Motori
© foto di Aldomaria Canalini

Davide Tardozzi, team manager della Ducati di Moto GP, si è collegato in diretta con Stadio Aperto, trasmissione in onda sulle web frequenze di TMW Radio: "Il pensiero va alle persone malate e chi in questo momenti ha problemi ben più gravi. In questo momento non si può che fare delle ipotesi: il patron della Moto GP auspica di ripartire a fine luglio, dice di far di tutto per riuscirci, ma in questo momento sono solo previsioni".

Anche per i piloti è complicato gestire il momento. "Non possono andare in moto, il loro miglior allenamento. Ma sono tutti professionisti in grado di capire cosa serve loro e sono ottimista circa il fatto che si faranno trovare preparati".

Cambierà tanto anche il mondo delle moto? "Sì, Dorna sta preparando un protocollo oltre a quello già dato a noi dalle case. Ci sarà un modo di lavorare diverso, mancherà la stessa serenità di prima e bisognerà stare più attenti. Dorna comunque prevederà meno persone possibili nel paddock, e col maggior numero di controlli".

L'appuntamento col pubblico va al 2021... "Sì, dal vivo sì. Purtroppo temo che per il 2020 avremo solamente un campionato televisivo. Il pubblico è parte integrante, i tifosi di motociclismo sono veri, non estremisti, però purtroppo in questo momento non possiamo fare altro che adattarci e far capire loro che non c'è altra soluzione alle porte chiuse".

Per il pilota cambia qualcosa? "Eh, scendere dalla Casanova Savelli con 10.000 persone che si alzano in piedi lo senti... La partecipazione attiva del pubblico c'è anche nelle moto. Altrettanto vero è anche che in Qatar il pubblico c'è solamente in una tribuna, ma in tanti altri no, i tifosi sono rumorosi".

Come vi state muovendo per coprire le perdite ed eventuali nuovi costi? "Dorna sa benissimo che i team sono la parte più importante: senza attori non c'è show. Hanno capito la situazione, e loro hanno già aiutato i team privati nel sostenere il momento di difficoltà: non si può che fare loro un applauso".

Si preannuncia un momento difficile per Ducati, e non solo. "Complicato sì, mortale no. Siamo del gruppo Volkswagen, ricordiamo. Da bravi italiani però vogliamo uscirne da soli: conosco bene Claudio Domenicali, il suo orgoglio e le sue capacità. Ne usciremo ma sarà un anno complicatissimo: sono stimate perdite importanti, ma con i tagli e i sacrifici messi sul tavolo crediamo di uscirne. Ducati punta molto sulle corse, per la tecnologia che viene testata in Moto GP, poi portata in Superbike e quindi sulle moto di produzione. Lo sport è sinonimo di scoperta delle moto del futuro. Per noi è vero che c'è stato un rallentamento, ma anche stamani abbiamo avuto meeting via Skype con altri elementi della Ducati: non c'è giorno in cui non si parla con qualcuno della squadra. Come sempre, ci piace dire che siamo una famiglia e lo siamo in tutte le occasioni".

Si è rivisto qualche vecchio Gp? "Credetemi, non credete quante volte ho riguardato l'ultimo giro dell'Austria dell'anno scorso. Lì per lì al box, dopo curva 4 avevo perso la fiducia, poi nelle due curve dopo ho visto che perdevamo meno, poi quando ho visto Dovizioso entrare dentro non ci ho più creduto. Io e Dovi siamo in costante conflitto per quanto riguarda il non pensare quando guidi. Lui è un ragazzo splendida, che pensa, pensa, pensa... Spesso ha ragione ma ogni tanto gli dico di staccare il cervello. Lì l'ha fatto, e gliel'ho detto subito sotto il podio".

Forse è quello lo step che gli manca per vincere il Mondiale? "Andrea è sottovalutato perché poco esuberante e non è star da social. Sottolineiamo però che è vice-campione del Mondo per tre anni consecutivi, dietro solo ad uno dei fenomeni nella storia del motociclismo, Marc Marquez. Nelle ultime tre stagioni lo ha battuto almeno quattordici volte, ma questo è un campione. A volte esaltiamo altri piloti, e poi penso che sono tutti arrivati dietro Andrea. Credetemi, è un combattente: uno che avrebbe voluto avere Valentino Rossi ai tempi, e oggi il suo compagno di squadra preferito sarebbe Marc Marquez. Credetemi quando vi dico che quando è arrivato Lorenzo, il più contento era lui. Ha solo un modo di fare tranquillo che non si sposa con l'istrione che vorrebbe vedere la gente. Io poi lo difendo a spada tratta eh, ma mi ci scontro. Però in tutta serenità lo apprezzo fortemente".

Si immagina che il binomio Dovizioso-Petrucci e Ducati si possa ripetere nel 2021? "Alla luce di quello che sta succedendo, non possiamo né vogliamo decidere adesso. Honda, Yamaha e Suzuki hanno fatto le loro mosse, noi siamo stati fermi per varie ragioni. Vogliamo avere la possibilità di avere i migliori piloti sul mercato nel 2021. Ragionevolmente nella Ducati del 2021 ci saranno due dei cinque piloti oggi sotto contratto, ma non so chi perché non ne stiamo parlando: non abbiamo elementi per decidere".

Cosa le manca di più? "Mi manca la gara. Io poi la soffro fisicamente, vivo per riuscire ad avere e dare il massimo, che poi non è solo la vittoria. Alla luce di questo problemone, qualcosa andrà rivisto, almeno da parte nostra. Se poi i competitor giapponesi non cambieranno niente, meglio per loro. Ma nei prossimi anni ci sarà da tirare la cinghia. Chi aiuta le squadre sono sponsor importanti, ma anche loro hanno ripercussioni economiche".

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Davide Tardozzi, Team Manager Ducati MotoGP, ai microfoni di Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini © registrazione di TMW Radio