Angelo Sticchi Damiani, presidente dell'Automobile Club d'Italia, si è collegato in diretta a Stadio Aperto, trasmissione in onda sulle web frequenze di TMW Radio condotta da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini: "Abbiamo dovuto aspettare la circolare di oggi, che ci consentirà di poter fare le gare in pista. Stiamo ricominciando finalmente a riprendere l'attività, ma per le gare su strada ci manca da definire un protocollo, specialmente per quanto riguarda il pubblico sulle gare speciali e quelle in salita. In pista il calendario ricomincia da oggi".
Quanta soddisfazione c'è per il mantenimento di Monza fino al 2025? "Tantissima, la trattativa è stata complicata, nel momento in cui tutti hanno bisogno di ridurre i costi tutto è diventato difficile ma non abbiamo gettato la spugna, a differenza di altri, e ce l'abbiamo fatta, portando a termine la cosa. Mancheranno gli introiti del botteghino, che sono a favore dell'organizzatore, cioè dell'autodromo, e non del promotore. Abbiamo comunque raggiunto un faticoso accordo, ed è stato apprezzato il fatto che ACI abbia cercato di mantenere l'impegno in ogni modo possibile ed immaginabile, non ci sarebbe sembrato giusto saltare un appuntamento col circuito più antico del mondo che ancora ospita la Formula 1, e tra due anni farà il centenario. Non dimentichiamoci della licenza italiana della Ferrari. Ci sono oneri ed onori: l'Italia dal 1950 non ha mai saltato neanche un anno con la Formula 1, anche quando è saltata Monza era subentrata Imola, e la tradizione andava onorata".
Quanto crede davvero alla possibilità di avere un secondo Gp italiano durante la stagione? "L'ipotesi è seria e concreta, ci stiamo lavorando perché potrebbe essere che la settimana successiva, al massimo due dopo, ci sia un altro Gran Premio europeo e potrebbe essere in Italia. Da Monza ci si potrebbe spostare o per nulla, o di poco con Imola e Mugello. Mi rendo conto che troppi doppioni potrebbero stancare il pubblico televisivo, e per me andrebbe cercato un altro circuito. Noi in Italia abbiamo la fortuna di averne tre abilitati, e c'è l'imbarazzo. Vanno bene entrambi: a Imola c'è una storia ventennale di Gp, al Mugello no ma è comunque della Ferrari, e facendolo a porte chiuse si potrebbe farlo senza bloccare il traffico a Scarperia e tutto intorno alla zona. Deve scegliere la FIA e soprattutto Liberty Media, in base a loro considerazioni, che sono anche e soprattutto commerciali".
Quando si aspetta novità? Più Mugello o Imola secondo lei? "Venerdì, tra quattro giorni, abbiamo il consiglio mondiale. Giovedì sera avrò una riunione, e potrebbe essere che tutto si decida in questo fine settimana".
Da qui a Monza potrebbe cambiare qualcosa sulle porte chiuse? "Purtroppo questa domanda andrebbe fatta al Padre Eterno, non a me. Sarà lui che deciderà, noi dovremo essere sempre pronti ma rispettosi della situazione".
Cosa ha comportato il lockdown per il movimento dell'automobile italiano? "Sono molto preoccupato, vedo tanta sofferenza. A cominciare dai costruttori, fino alla rete di vendita, ai concessionari, alle agenzie di pratica. Tutto bloccato, stiamo tutti aspettando un palliativo che non sarà la soluzione del problema, ma comunque necessaria, una rottamazione delle Euro 0, che può rappresentare anche un grosso vantaggio a livello ambientale. Serve a tenere in vita il sistema. Il Governo deve decidere come si deve fare questo settore nei prossimi dieci anni, con scelte attuabili, sostenibili, che prendano in considerazione tutto quello che abbiamo oggi a disposizione, sviluppando in maniera armonica e coerente. Ci vogliono idee chiare, così che i costruttori possano investire e la rete di vendite si adegui, ad ora si va avanti disordinatamente. Senza idee chiare è tutto dannoso".