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Poggiali: "Che pelo sullo stomaco Viñales. Stavolta però il circuito non c'entra"
24 ago 2020 19:00Motori
© foto di Alberto Mariani

L'ex motociclista Manuel Poggiali, intervenuto in diretta a Stadio Aperto, trasmissione di TMW Radio condotta da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini, ha esordito parlando dell'incidente occorso domenica in Moto GP a Vinales: "In Yamaha hanno grossi problemi tecnici, e si è visto anche perché sono arrivati tutti dietro in classifica. Potrei dare una mia valutazione da esterno: a mio avviso usano poco freno-motore, e così vanno ad usare inevitabilmente tanto i freni. Così ti fermi alla parte meccanica senza utilizzare l'elettronica, e la prima va in crisi".

Incide il layout del RedBull Ring? "Settimana scorsa è successo qualcosa di molto differente: uno scontro (Zarco-Morbidelli, ndr) e lì forse il layout è un po' rischioso, perché ti ritrovi da una curva a sinistra, impostando la frenata su un lato, per frenare e cambiare direzione verso un rampino a destra che fai a 50 all'ora. Se non hai abbastanza spazi di fuga o protezioni, come poi sono state molto rapidamente poste, può venir fuori quello che è stato. Quando invece rimane senza freni, purtroppo, c'è poco da dire: anzi, Vinales è stato fortunato a farlo in un punto in cui ha avuto tempo di capire che non aveva più il freno. Ci sono frangenti in cui hai subito inserimento in curva e più difficoltà a fare quel lancio dalla moto. L'istinto di sopravvivenza ha preso il sopravvento: una manovra davvero incredibile, e lui è stato molto lucido nel farla. Sarebbe stato più facile irrigidirsi, invece si è lanciato perché ha capito che non sarebbe riuscito a fermarsi prima del muro".

Potranno esserci strascichi per Vinales? "Lui, come gli altri Yamaha. Naturalmente essere stato coinvolto anche nell'episodio precedente non aiuta a far finta di niente in una Moto GP estrema dal punto di vista della competitività. Ci vuole un gran pelo sullo stomaco anche a risalirci, su quella moto".

Un accordo tra Dovizioso e Ducati era possibile? "Credo che ci perdano enormemente entrambi: la scelta c'è stata in un momento già avviato del campionato, ma con più o meno i giochi fatti per le altre case costruttrici e i piloti. Non ci sono tante soluzioni: io non escluderei del tutto la situazione KTM. Quello che si legge però è che non sembra esserci troppa apertura verso le richieste di Dovizioso, che però non mi sembrano fuori dal normale anche rispetto ad altri piloti che negli ultimi anni hanno fatto meno. Lo capisco, si sente sminuito nel valore. Ci perde pure Ducati perché si trova in un mercato piloti dove i più importanti sono già accasati: la vedo dura fare un passo in avanti senza Dovizioso, anche se i giovani come Bagnaia e Miller sono ottimi piloti. Non hanno però l'esperienza di Dovizioso".

Come giudica il momento di Rossi? "Su Vale pesa molto il discorso tecnico di Yamaha: è una delle moto meno competitive. I piloti ci stanno mettendo molto del loro, ma sono out per quanto riguarda vittoria o podio, hanno grandi difficoltà. Valentino magari soffre di più questa situazione: dall'alto della sua esperienza capisce questa cosa, ed è in ogni caso tra quelli che arrivano più avanti, pur rischiando di meno in alcuni frangenti".

Senza Marquez c'è più equilibrio. "Sicuramente. Vedendo quello che è stato in grado di fare a Jerez prima della caduta, il campionato si è livellato da quando non c'è. Allo stesso tempo però le gare sono davvero belle, con tanti piloti che sono delle sorprese. Ci stanno regalando alternative, ricambio, giovani che si stanno affacciando e case costruttrici che continuano a crescere. Aprilia è un po' più carente da quel punto di vista: sono rimasti indietro rispetto al resto della concorrenza. A Misano secondo me vedremo un grandissimo Gran Premio, e ci sarà anche quel minimo di pubblico che fa bene al nostro sport, agli appassionati e ai piloti stessi che hanno spinta in più, soprattutto gli italiani".

Vietti e Bezzecchi hanno vinto i loro primi GP in Moto 3 e Moto 2. L'Italia torna alla carica? "Questa è una cosa importante, giusto sottolinearla. C'è un lavoro che la federazione italiana sta facendo con i vari campionati nazionali, penso che questa competitività sia il derivato di tanti piccoli aspetti. Mi sembra l'inizio di una nuova era del motociclismo, che una volta veniva dalle mini-moto. Quel movimento c'è ancora ma oggi hai dei passaggi intermedi da fare che sono obbligatori: tutto questo è positivo, lo vediamo dai risultati e dalla tanta Italia che c'è e si sta muovendo".

Come giocava lei a calcetto? "Il futsal (ride, ndr). Devo essere onesto, lo sport nel quale mi sono differenziato è il motociclismo, però sono sportivo in pieno: gioco a calcio da una vita, vado in bici e tutto il resto. Come buona parte di ragazzini italiani, o sanmarinesi come me, il mio primo sport è stato il calcio. Mi è sempre piaciuto, perché essendo uno sport di squadra ti dà altri valori. Diciamo che gioco abbastanza bene, quando ero più giovane sono stato anche in Nazionale: ormai però sono over-35 e non mi danno più neanche la licenza per correre in moto".

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Manuel Poggiali ai microfoni di Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini © registrazione di TMW Radio