di Daniele Petroselli
Ad Austin, terza tappa del Mondiale MotoGP, terzo pilota diverso a vincere un GP. Stavolta è toccato ad Alex Rins sorprendere tutti con una Honda che per un weekend è tornata a ruggire. Merito senz'altro di un pilota che sa interpretare meglio di tanti il tracciato texano e di una moto che ha azzeccato la giornata giusta. C'è da dire però che la Honda non ha troppo da sorridere, perché la direzione tecnica presa da Rins è diversa da quella di Marc Marquez e questo credo debba far riflettere i tecnici giapponesi, già in pieno caos.
Bello il podio di Luca Marini, che ha dimostrato di aver finalmente messo a frutto una crescita costante con Ducati. E d'ora in poi può davvero divertirsi anche lui. E' veloce, concreto, calcolatore, ma soprattutto un lavoratore che ha saputo crescere con i suoi tempi, imparando da tutti e ora sta cogliendo la sua opportunità. Bene per come si stanno mettendo le cose con Yamaha Fabio Quartararo, che ha ottenuto il massimo e dovrà continuare a sfruttare ogni occasione che avrà per tenersi nel vivo della lotta.
Diversi invece i bocciati. A partire da Pecco Bagnaia, al secondo ko in tre gare. Forse ancora non ha il feeling giusto con la GP23, non ne sente il limite pur andando forte. E su questo dovrà lavorare col team. Guai però a crearsi problemi dove non ce ne sono, a fare troppi drammi. La Ducati rimane la moto più forte, è sempre un passo avanti agli altri e ora c'è solo da rimanere tranquilli e concentrati sull'obiettivo, senza crearsi dei fantasmi che rischiano soltanto di rovinare un giocattolo che ha solo bisogno di ingranare al 100%. Jorge Martin troppo nervoso, così non può essere della partita come invece potrebbe essere nelle sue corde. E poi Aprilia, che sembra ancora pagare un po' di gioventù in questo progetto che è comunque di ottima fattura. Qualche dubbio in più si Aleix Espargarò e Maverick VInales, ma ora è ancora troppo presto per parlare di cambiamenti futuri.