di Daniele Petroselli
La MotoGP riparte come si era conclusa: Ducati dominante, Aprilia in crescita e Yamaha e Honda in decisa crisi, in cerca di un miracolo. Pecco Bagnaia e la Rossa hanno portato a casa tutto, mostrando una superiorità tecnica e mentale rispetto alla concorrenza che già fa paura. La GP23 è partita col piede giusto rispetto allo scorso anno e il campione del mondo sembra davvero aver compiuto quello scatto in avanti anche in termini di tranquillità e serenità che solo un titolo può darti.
Le Ducati vanno, con qualunque tipo di pilota, vedi Jorge Martin, che è stato sfortunato nel GP ma si è dimostrato molto forte in qualifica e nella Sprint Race. E anche Marco Bezzecchi, che ha subito fatto capire che il team di Valentino Rossi quest'anno può togliersi delle belle soddisfazioni. Bella però la crescita di Aprilia, anche se Maverick Vinales ci ha abituato anche in passato a grandi exploit ma anche a dei "vuoti" preoccupanti. Col passare degli anni avrà davvero imparato cosa significhi la costanza? La sorpresa è la KTM, che con Jack Miller e Brad Binder ha mostrato un deciso passo in avanti rispetto anche ai test, merito anche di un'aerodinamica "made in Red Bull" che gli ha dato un qualcosa in più.
Chi ha deluso ancora una volta solo le giapponesi Honda e Yamaha, perché sembra essere tutto fermo a un anno fa. Fabio Quartararo con la M1 ha vissuto un weekend anonimo, confermando che se finisce in mezzo al gruppo è dura superare non solo le Ducati ma anche le altre. La Honda poi può affidarsi solo all'estro di Marc Marquez, ma se anche questo "tradisce" allora sono guai. Lo spagnolo sarà pure un fenomeno (e la pole lo conferma), ma per stare lì con i migliori deve andare oltre il limite e così si rischia sempre. Il suo curriculum parla chiaro in fatto di infortuni, stavolta però ha davvero esagerato. In carriera ne ha avuti di incidenti per la troppa foga e anche stavolta ha fatto un errore madornale, rischiando anche di far male seriamente non solo a sè ma anche al povero Oliveira. Pubblico infuriato, lui si è giustificato con un problema meccanico ma la realtà è che è andato decisamente oltre in quel punto, rischiando l'impossibile e sbagliando come un principiante. Ed è ora che si intervenga (infatti mentre scrivo questo articolo la commissione gara sta indagando su quanto accaduto).
Nota a margine, ma non troppo, la questione sicurezza: Portimao ha mostrato evidenti falle, con protezioni che mancavano e ghiaia non all'altezza del compito che deve compiere in caso di uscite di pista. Il nuovo format poi della Sprint Race ha confermato un timore della vigilia: che in pochi giri tutti spingano come matti, senza un vero limite. E invece serve che tutti usino la testa, perché il weekend non finisce lì. Servirà parlarne al più presto, perché poi il rischio è quello di vedere sempre più contatti al limite e farsi male (vedi Bastianini) è un attimo. Il gioco vale la candela? Ma detto questo la MotoGP corre, va sempre più veloce, e con ben tre piloti già ko vuol dire che qualcosa non va. E' un mix di tutte le cose dette in precedenza, ma è meglio pensarci per tempo, prima che diventi un Mondiale "ad eliminazione".