I giornalisti Giorgio Terruzzi e Paolo Beltramo a Maracanà, nel pomeriggio di TMW Radio, hanno parlato di Marco Simoncelli, a dieci anni dalla scomparsa.
Terruzzi: "Ho intervistato la ragazza dell'epoca. In qualche modo devi trovare il sistema, di fronte a un dolore fortissimo, per andare avanti. Devi trovare un sistema per trattare un dolore come quello. Erano due ragazzi giovani, nel momento in cui ti senti immortale ti arriva una sberla simile qualcosa deve succedere, altrimenti rischi di prendere una china pericolosa. Dopo 10 anni è rimasta la sua famiglia. L'immagine di Simoncelli non è sganciabile dalla sua famiglia, perché normale, per come ha affrontato un evento del genere. Mi resta il rimpianto di un ragazzo che aveva una dolcezza rara, come un figlio che vuoi proteggere ma che poi va. Purtroppo continuano a morire ragazzi come lui, con la stessa dinamica. Abbiamo un'immagine di questi ragazzi che hanno una passione straordinaria che mettono a repentaglio la loro esistenza senza pensarci, e dall'altra un mondo che sta cambiando. Bello vedere Valentino Rossi che saluta tutti sulla pista dedicata a Marco a 10 anni dalla sua morte. E' un'epoca che si chiude. Valentino Rossi? E' una rivoluzione compiuta. Ha fatto una rivoluzione epocale nella comunicazione, in tanti che lavorano o vanno in moto ancora avranno a che fare con lui per anni".
Beltramo: "Certi personaggi colpiscono. Non ci si aspettava un dolore così grande da parte della gente, perché aveva vinto solo un Mondiale 250. Era un esempio di un ragazzo felice, che realizzava il suo sogno di correre. Era un esempio puro, sano. Era fisico il rapporto con lui. Ogni volta che lo incontravi era un abbraccione. Era un modo tutto suo di fare, e poi era spiritoso, divertente ma anche molto intelligente, serio, professionale. Capiva le cose della vita. Valentino Rossi cosa lascia? Lascia un Mondiale completamente diverso da quello che lo ha visto cominciare. E' riuscito a colorare di più un mondo che di colori ne aveva ben pochi. Vale è riuscito a farlo diventare con le sue scenette e poi con le sue parole, quando è cresciuto, importante".