L'ex pilota motociclistico Lucio Cecchinello, oggi dirigente sportivo e team manager della scuderia Honda LCR, ha così parlato del futuro delle corse professionistiche in Moto GP ai microfoni di TMW Radio, nel corso della trasmissione Stadio Aperto: "Premetto che viviamo la situazione in maniera dinamica. Quando, a fine febbraio, si è manifestato il problema in maniera seria e abbiamo riscontrato difficoltà a tornare in Qatar per disputare il primo Gran Premio, ci eravamo illusi di riprendere comunque ad aprile, poi maggio, quindi giugno e infine si arriva al progetto della Dorna di ricominciare a luglio o al più tardi ad agosto. Non abbiamo però nulla di confermato o definitivo: il rischio di assembramento è tuttora molto elevato, e Dorna lavora su un protocollo che consenta di fare GP a porte chiuse con solo gli operatori. Sia Dorna che Honda, ma anche le altre case, hanno compreso le difficoltà dei team privati, che soffrono più degli altri il periodo di inattività, dato che gran parte degli introiti arrivano dagli sponsor, e se non corriamo non si fatturano incassi. Stiamo vivendo con l'anticipo contributivo di Dorna".
Si sente una discreta coesione nell'intero circuito motociclistico. "In effetti il nostro è un piccolo villaggio, una grande famiglia dove ci conosciamo tutti: la maggior parte degli operatori lo fa da tanti anni, quindi c'è anche un gran rispetto reciproco e comprensione tra noi. Lo show è diretto dalla Dorna, ma gli attori siamo noi, e di conseguenza elementi importanti da tenere in vita. Con l'anticipo dei contributi stiamo riuscendo a mantenere la struttura, pagando parte degli stipendi al personale".
Come si è portato avanti con il lavoro? "Il team negli ultimi anni si è sviluppato su una struttura sempre più aziendale, con diversi dipartimenti. Quello più fermo e penalizzato di tutti è quello tecnico: non abbiamo le moto disponibili, e oggettivamente non c'è lavoro da fare se non si va ai Gran Premi. Gli ingegneri stanno analizzando dati storici dei test invernali, comparandoli agli anni precedenti. I dipartimenti più attivi sono il commerciale e la comunicazione, non si sono mai fermati: tuttora cerchiamo di interagire con i nostri sponsor per creare contenuti alternativi, tenendo vivo l'interesse dei nostri partner grazie anche alla comunicazione digitale. I social ci offrono possibilità di raggiungere un bacino d'utenza importante, solo il team LCR conta 1,2 milioni di follower. Però il vero valore che sviluppiamo sono le gare, le emozioni che suscitiamo: con il pubblico sarebbe meglio, ma anche senza potremmo emozionare via televisione".
Lei ha elogiato il lavoro di Valentino Rossi con i giovani tramite la VR46. "Il mio parere è spassionato ed onesto, ho un rapporto minimo con Valentino: commiato e saluti quando ci incrociamo nei box, ma abbiamo sempre vissuto ambienti diversi. Quando ero in Aprilia lui era alla Honda e viceversa un paio di volte, poi quando sono arrivato in Honda è andato in Yamaha (ride, ndr). Siamo stati antagonisti, sportivamente, ma in ogni caso non posso fare altro che ammirarlo. Con i giovani sta facendo qualcosa di incredibile, senza neanche chiedere un euro di contributo ad alcun pilota: lo fa in forma totalmente disinteressata. Ci sono state decine e decine di papà abbienti e facoltosi cui è sempre stato detto che a VR46 non contano soldi ma il talento. Lodevole".
Ci saranno interventi mirati di Dorna anche nella stagione 2021? "La sfida è importante. Dobbiamo essere realisti: i ricavi di un team satellite come il nostro, arrivano per circa un terzo dai diritti tv, mentre due terzi sono di sponsorizzazioni e supporto della casa costruttrice. Nel nostro caso la fetta delle sponsorizzazioni ci toglierebbe potenzialmente 40-50% in meno. Magari per l'anno prossimo potremo avere di più, ma credo che al momento in cui si firmerebbero i nuovi contratti, le aziende degli sponsor saranno ancora in difficoltà. Sicuramente l'impatto economico sarà importante anche sul 2021, e Dorna ha capito che servono nuove regole per rivedere il business. Una di queste è di far sì che tutti i partecipanti utilizzino le stesse moto del 2020: così il costo dei mezzi lo possiamo ripartire su due anni".
Congelati anche i cambi di scuderia. "In una situazione normale, ad aprile/maggio la maggior parte dei giochi sarebbero stati fatti. Non sta accadendo perché anche per noi team manager è difficile giudicare oggettivamente la competitività di un pilota. Faccio un esempio: discutere oggi un rinnovo con Nakagami non è facile, non sappiamo quanto sia realmente il suo potenziale. Immagino l'HRC che deve far salire un debuttante come Alex Marquez senza avere prestazioni da poter valutare prima di fare determinati investimenti. Il mercato è congelato, ma il nostro è un mondo che non aspetta: necessariamente saranno prese decisioni sulle line-up nei prossimi 2 mesi. Anche Valentino sarà chiamato a decidere cosa fare, anche se mi sembra di aver capito che non abbia voglia di finire la carriera in questo modo".
Quanto sarà strano ripartire in circuiti e paddock deserti rispetto al solito? "Ovviamente quando ci siamo resi conto, tempo pochi giorni, della gravità della situazione, abbiamo cercato di trasmettere positività nella struttura aziendale, ma anche estrema obiettività: ci siamo tutti adeguati senza lamenti. Purtroppo abbiamo avuto il papà di un collaboratore spagnolo che ha perso la vita a causa del Coronavirus, e ci ha toccati tutti. Abbiamo sofferto, adesso bisogna pensare chiaramente all'aspetto positivo e a cercare di ripartire, con ottimismo. Sicuramente ci aspetteranno un paio d'anni difficili, ma siamo una grande famiglia, coscienti che bisogna aiutarsi l'uno con l'altro perché come si suol dire, the show must go on".