La Serie A fotografata in dieci momenti di questo primo scorcio nel 2023. Dagli addii d'inizio campionato ai primi scontri diretti, tra infortuni, goleade, sorprese, allenatori illuminati e immancabili polemiche.
CARLETTO E VINCENZO, VI VOGLIAMO BENE - A poche ore dall’inizio della Serie A 2023/2024, nel pomeriggio che ha introdotto Frosinone-Napoli, ci ha lasciato Carletto Mazzone, l’allenatore più presente in panchina nella storia della massima serie.
Giusto un mese e mezzo prima, il primo luglio, anche Vincenzo D’Amico, straordinario interprete di genio e classe della Lazio scudettata di Maestrelli, saliva in cielo a guardare le sue aquile da una posizione privilegiata. Due simboli diversi ed amatissimi, di un calcio di cui poter andare orgogliosi a prescindere dai colori delle bandiere sventolate.
FALSA PARTENZA CAPITALE - Stropicci gli occhi dopo 180’ e ti accorgi che Mourinho e Sarri hanno portato a casa un punto (in due) dei dodici totali a disposizione rispettivamente di Roma e Lazio. Pari casalingo con la Salernitana e caduta in casa dell’Hellas per i giallorossi; doppia sconfitta tra Via del Mare di Lecce e Genoa (all’Olimpico, ndr) per Sarri… dalle prime battute non sembra essere propriamente “l’anno delle romane”.
SCHIAFFO DERBY - Quarta giornata, subito stracittadina a San Siro. L’Inter ha vinto le ultime quattro, il Milan è partito col piede pesante sull’acceleratore e con un mercato che ha fatto sognare i tifosi in estate. Il risveglio dei rossoneri è brusco, Inzaghi morde il derby subito e non lo molla più: Mkhitaryan (2), Thuram, Calhanoglu e Frattesi. Il 5-1 del Meazza è il primo “terremoto” stagionale in Serie A.
EUSEBIO, CHE BELLA SORPRESA - Si presentava sulla panchina ciociara dopo che le ultime esperienze lo avevano relegato nella categoria dei “semi-bolliti”, ma grazie a un lavoro evidente su un gruppo giovane e talentuoso, Di Francesco è tornato a brillare come nei primissimi anni di carriera. Allo Stirpe i gialloblù fanno paura a tanti e battono quasi tutti: 19 punti prima di Natale, dovessero trovare conferme nel percorso, garantiranno una salvezza tranquilla. E in Coppa Italia è roboante lo 0-4 offerto a domicilio al Maradona ai Campioni d’Italia…
VIOLA RINASCIMENTALE - La doppia finale dello scorso anno deve aver regalato nuove certezze alla squadra di Italiano, che raramente sbanda (4-0 a casa Inter e 0-2 contro l’Empoli, ndr) e denuncia continuità di rendimento da quarto posto… nonostante l’apatia sottoporta del duo Beltran-N’Zola. L’acuto in casa dei Campioni d’Italia del Napoli (1-3 all’ottava) è la perla di un buonissimo girone d’andata finora.
MILAN, MUSCOLI FRAGILI E TESTA SCARICA - La caduta del derby era stata riassorbita tutto sommato bene. Poi Pioli ha iniziato - uno ad uno dalla difesa all’attacco - a perderli praticamente tutti, con quota 30 problemi muscolari sforata ben prima di Natale. I rossoneri regalano la prima vittoria in stagione all’Udinese (11ª giornata); nello stesso scorcio “addio Champions”, L'Europa League pare magro bottino e Pioli, col rientro del tutor presidenziale Ibra, pare sempre più pericolante.
AU REVOIR RUDI - “L’avrei dovuto licenziare dopo la presentazione”, affermerà divertito Aurelio De Laurentiis qualche settimana dopo la cacciata di Garcia. Una storia che non s’aveva da fare, probabilmente, sin dall’inizio: troppo pesante l’eredità di Spalletti, troppo discontinua ed irriconoscibile la squadra Campione d’Italia. Rudi Garcia se ne va (quasi) da solo dopo la caduta casalinga con l’Empoli (12ª giornata), cartina tornasole di un Napoli semplicemente improponibile.
DERBY D’ITALIA - Chiamarlo così dopo il viaggio juventino in B (2006/2007, ndr) fa drizzare i capelli a molti, ma pare chiaro già verso novembre, anche prima di Juve-Inter a Torino (13ª giornata), che la questione Scudetto sarà riservata alle acerrime rivali di sempre. In un Allianz bollente come le serate buone segnano Vlahovic e Lautaro: un 1-1 che non fa fuggire la Beneamata e confessa la solidità delle ambizioni allegriane (pure se lui continuerà a parlare di quarto posto, ndr).
MINIFUGA SIMONE & IL “SIGNOR BOLOGNA” - La chance d’allungo in vetta per i nerazzurri arriva qualche turno dopo Juve-Inter. Cinque sorpassi juventini e cinque controsorpassi interisti, in weekend che vivono sempre al ritmo del doppio sussulto. Fino a Marassi: la Vecchia Signora s’inceppa e sbatte contro il glaciale iceberg Gudmunsson, mentre l’Inter resta gelida e cinica a casa Sarri, cogliendo lo scalpo della Lazio (0-2) e il +4. Contemporaneamente, in Emilia, tutta Italia s’accorge che dovrà fare i conti con la creatura di Thiago Motta: 2-0 alla Roma, il Bologna è quarto da solo e qualche giorno dopo eliminerà anche l’Inter dalla Coppa Italia… Chapeau!
RUGGITO MOU, CRISI DI NERVI NAPOLI - L'ultimo big match prima della Vigilia di Natale è la solita tregenda tipica dello Stadio Olimpico dei tempi mourinhani, dove spesso affiorano più cartellini che nitide occasioni da gol. I Campioni d'Italia sono ancora storditi dallo 0-4 incassato in Coppa da Di Francesco. Politano perde la testa, Pellegrini usa bene il destro e il finale decreta nell'arena l'attuale sorpasso di Lukaku su Osimhen a livello di rendimento.
Buone feste a tutti.