Nella serata di TMW Radio, all’interno di “Piazza Affari”, è intervenuto l’ex calciatore Fabio Rossitto.
Piove sul bagnato per il Napoli. Osimhen si fa male e statistiche alla mano ha saltato più di un quarto delle gare dal momento del suo acquisto. Che ne pensi?
“La Nazionale è un obbligo, quindi è giusto che lui vada e abbia amore e dedizione. Quest’anno, come altri, ha avuto un inizio difficile. L’anno scorso vedevo un Napoli affamato, in un certo senso sconosciuto. Vincere è difficile, ripetersi lo è di più. Quasi impossibile, in alcune piazze. Poi: si parla tanto di giovani e di valori e non ho apprezzato per nulla l’atteggiamento dei professionisti in campo verso Garcia al momento delle sostituzioni. Serve rispetto per chi arriva e decide”.
Quando una squadra che non vince spesso poi arriva a meta si attiva una specie di sindrome d’appagamento?
“Non so dirvi se sia un fatto di piazze e di rapporto con i tifosi. Le pressioni sono molte, non solo la domenica, ma anche durante la settimana. Questo tipo di pressione ti può caricare tanto durante la settimana. Immagino un giocatore della Juventus, che può quasi sempre preparare la partita con leggerezza, concentrandosi solo sul lavoro del campo. Faccio l’esempio di Udine: quando vincevi la domenica, la settimana successiva entravi in campo casomai più rilassato e prendevi le mazzate. Guardavo il documentario sui Chicago Bulls di Michael Jordan e ho rivisto tanto degli atteggiamenti giusti che servono durante l’allenamento. Quest’anno le aspettative sul Napoli sono cambiate: numeri alla mano, in ogni caso, fa riflettere il fatto che Garcia sia praticamente parallelo allo Spalletti del primo anno”.
Che ne pensi del Presidente che si è messo a dirigere gli allenamenti?
“A De Laurentiis bisogna dare atto degli investimenti sportivi, di una grande gestione economica della società e della vittoria dello Scudetto. In questo momento è presente perché vuole vedere le cose con i suoi occhi e dare il suo contributo, capendo la situazione dalla prima fila”.
Secondo te quanto può essere importante, per recuperare la stagione, lo spogliatoio partenopeo?
“È fondamentale. Quando abbiamo passato momenti di difficoltà, parlando della mia carriera, il confronto è sempre partito tra noi giocatori, con forte autocritica, per poi portare le nostre istanze all’allenatore”.
Hai avuto Spalletti a Udine: come lo stai vedendo sulla panchina della Nazionale?
“A me ieri l’Italia è piaciuta molto nel primo tempo. Nella ripresa si sono viste differenze a livello tecnico e atletico. L’Italia mi sembra sulla strada giusta e mi sembra che Spalletti abbia già dato un’impronta”.
Una domanda sull’Udinese, ci hanno raccontato i tifosi che avevi un ottimo rapporto anche col gruppo e con i tifosi…
“Eravamo molto uniti e abbiamo vissuto sull’ottovolante col doppio rimbalzo tra Serie B e Serie A, arrivando poi addirittura in Europa. C’era grande unità d’intenti. Ricordo i dialoghi telefonici a Natale, con Bierhoff, quando ci confessavamo di quanto ci mancasse il campo. I giocatori devono capire che il tempo è denaro e ci sono pochi anni per poter lasciare un segno nella storia. Quando il gruppo si sintonizza sull’aspetto storico di quel che si può fare in campo, poi i risultati arrivano”.
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Rossitto: “Rispetto per Garcia. Serve capire che nel calcio il tempo è poco e conviene restare uniti”
18 ott 2023 17:31Calcio
© foto di Jacopo Duranti/Tuttolegapro.com
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