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Preziosi: "Genoa, stupito dall'esonero di Gilardino. Balotelli non lo avrei preso. E sul calcio italiano..."
20 nov 2024 16:38Calcio
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

A intervenire a Maracanà, nel pomeriggio di TMW Radio, è stato l'ex presidente del Genoa Enrico Preziosi. Che ha detto la sua proprio sul momento delicato del suo ex club: "Credo che un cambio di panchina presupponga che ci sia una strategia dietro da parte della società, magari un cambio a livello strategico. Un allenatore che ha fatto quattro punti nelle ultime due gare non si può esonerare. Lo scorso anno aveva un organico più completo e con valori diversi. Il valore di Gilardino era stato eccezionale. Tutti sono rimasti stupiti, da esterno c'è qualcosa che non torna. Cosa dico ai tifosi? Non dico niente, sono tre anni che non parlo del Genoa, però credo che questa società, per chi la controlla, è solida, e non parlo di 777. Se entrerà un nuovo azionista credo che possa mettere in sicurezza tutto. Vieira? Hanno fatto valutazioni diverse, è un rischio ma loro sono convinti che sia l'uomo della provvidenza e speriamo sia così. Balotelli? L'ho visto cambiato come persona, gli avrei dato fiducia ma non lo avrei preso per il Genoa in questo momento. Ha grandi qualità ma ha bisogno di tempo per inserirsi, anche a livello fisico".

Sulla Serie A: "E' un ottimo campionato, mi sembra che Juventus, Inter, Napoli e Atalanta sono lì a lottare per il titolo. Non credo che finirà così presto, sarà molto combattuto e avvincente. Sono sempre stato tifoso del Napoli, il fatto che non abbia le coppe la favorisce ma a me piace pensare che anche l'Atalanta possa dire la sua. Ha un organico completo ma anche altri impegni". 

E sul futuro del calcio italiano ha fatto una predizione: "Scapperanno tutti gli investitori che speravano di aver trovato un Eldorado, hanno trovato una situazione diversa. A noi interessa non l'intrattenimento, non siamo in America. Noi pensiamo al risultato sportivo, viviamo un calcio diverso dagli americani. Il modello più adeguato? Abbiamo vissuto con presidenti che hanno operato per passione, un calcio più romantico che non tornerà più. Oggi è più un business che però non si concretizza in numeri e risultati. Ormai sono poche le società italiane, la maggioranza sono tutte straniere. Tornare? Non ho più l'età (ride, ndr). Che Serie A vedremo tra 5 anni? Una Serie A che guarderà più al business, che non si concretizzerà però. Gli accordi su diritti tv e altro saranno sempre più difficili".

Daniele Petroselli