Ospite d'eccezione a Maracanà, nel pomeriggio di TMW Radio. Parliamo del tecnico Cesare Prandelli. Ecco le sue parole:
Fiorentina, ancora un ko in finale e sempre negli ultimi minuti. E subito critiche per Italiano. Come valuta la partita e il suo lavoro?
"Il lavoro di Italiano è stato ottimo, in tre anni l'unica cosa che possiamo dire è che non sono riusciti a trovare un goleador. Fai una grande mole di lavoro ma poi non la metti dentro. Poi le final isono sempre un terno al lotto. Ieri è stata una brutta finale, entrambe avevano timore e non si sono sbilanciate più di tanto se non nei supplementari".
Per il post-Italiano che dovranno fare?
"Non lo so. Oggi le società sono strutturate in maniera tale in cui si fa una radiografia perfetta ma mancano le persone che hanno fatto sport ad alto livello, che hanno vissuto momenti importanti e capiscono come far crescere un gruppo. La Fiorentina mi è sembrata peggio dello scorso anno, ha avuto paura di ripetere lo stesso errore. Forse Nico è stato troppo esterno e invece è uno che deve avere più palloni, ma sono analisi che lasciano il tempo che trovano e il risultato è quello che conta".
Come analizza il campionato finito?
"E' stato stravinto meritatamente dall'Inter. una squadra solida, che ha lavorato in maniera straordinaria in questi anni, ha messo giocatori di personalità in rosa. La lotta Champions è stata bella, entusiasmante, forse in pochi hanno notato il Verona, che per tutti era già in B a gennaio, avevano smantellato la squadra, invece con Sogliano e Baroni hanno trovato una grande salvezza. Hanno fatto un grandissimo lavoro. Questo ti fa venire voglia di rifare calcio".
Perché non torna?
"In panchina assolutamente no, ma parlare di calcio mi piace ancora".
Ma Beltran che tipo di giocatore è?
"A me piace, poi il ruolo dipende da come vuole giocare il tecnico. Ho avuto nella mia carriera tante punte con caratteristiche diverse, ma col senso del gol. E se lo hanno devi valorizzare certe caratteristiche. Se tu hai un giocatore tecnico e gli chiedi sempre di partecipare, perde la propria identità. Da anni produciamo centrocampisti ma non punte, perchè? Perché gli si chiede di fare gioco, sponde, ma questi devono segnare. Ci siamo innamorati troppo di un sistema di gioco. Spalletti dice il contrario, che il calcio non è semplice? E' un istrione, ma lo sa anche lui che è semplice. Lui insegna, non ci sono giocatori fuori ruolo. basta con l'ossessione del sistema di gioco".
Chi è più ossessionato?
"Ce ne sono parecchi. Thiago Motta non si basa su questo ma sulle caratteristiche dei giocatori e lo sviluppo del gioco. Poi si è inventato Calafiori centrale, Zirkzee regista offensivo. Non è stato ossessionato da un numero. Non è prandelliano nelle letture o nel modo di allenare Thiago Motta".
E tra gli allenatori emergenti chi le piace di più?
"Gilardino è di una grande umiltà, ed è la base di tutto questo. E' stato bravissimo a non dare un ruolo a Gudmundsson, che salta l'uomo in ogni zona di campo".
La Juventus va su Motta, sarà un matrimonio vincente?
"E' stato un giocatore vincente, in poco tempo da allenatore ha mostrato idee innovative e di saper esaltare i suoi giocatori. Può vincere anche rischiando una strada diversa, perché il pubblico ora è più esigente".
Quanto conta un allenatore all'interno di una squadra?
"Con i ragazzi la missione è far crescere i ragazzi e non rovinarli. Il bravo allenatore è quello che riesce a coniugare lo sviluppo di gioco con le qualità dei calciatori, ma devi avere anche personalità e tanti altri fattori. Ha personalità e carisma Motta, è perfetto per far crescere una certa cultura del gioco in un ambiente".
Italia agli Europei, che si aspetta?
"Qualsiasi scelta farà Luciano sarà giusta. Ho grande rispetto per quel ruolo, che è veramente complicato. Qualsiasi decisione prenderà, gli sarò vicino".