Massimo Paci, allenatore ed ex calciatore, è intervenuto durante il programma "Piazza Affari" a TMW Radio per commentare vari temi.

Che idea si è fatto sul Parma?
"Ho visto sia la partita di Coppa Italia che quella di campionato e posso dire che il Parma è molto forte. So vede che c’è un progetto dallo scorso anno. Sono molto più organizzati rispetto ad altri club. Sono allenati molto bene e sono organizzati. Forse va migliorata la difesa ma per il resto è un Parma perfetto".

Grande impatto di Man
"Man è un giocatore fondamentale e molto importante. Quest’anno, poi, gestisce molto bene la fase di non possesso, ripiegando ferocemente. Ti fa vincere le partite e ha trovato anche continuità. Con la sua qualità può mettere in difficoltà qualsiasi terzino. Se continua così può fare bene anche in Serie A".

Quest’anno ci sono meno nomi altisonanti, può aver fatto la differenza questa cosa?
"Io sono convinto che nel calcio di oggi c’è bisogno di otto operai, che corrono, e tre di qualità, che corrono anche meno. Se poi anche questi tre corrono all’indietro puoi puntare altissimo. La differenza per me la fanno gli operai. Il Cittadella fa molto spesso così. Serve anche la qualità, naturalmente, per vincere le partite".

Si aspettava Giardino così bravo in panchina?
"Ho fatto il corso a Coverciano con lui e oltre a conoscenze e qualità ha un grande spessore come persona. Credo che prima l’allenatore del Genoa non è stato ben digerito dalla squadra. Per me Gila ha normalizzato la fase tattica e i principi di gioco. Per me il tedesco chiedeva cose troppo complesse per la Serie B. Gilardino è stato bravo a normalizzare il tutto".

Che idea si è fatto su questa moda di esonerare gli allenatori molto presto?
"Il sistema che è così. Non è negli ultimi anni ma è un po’ che succede questo. Non so se è giusto o sbagliato so solo che si spreca molto facendo così. Si buttano i budget e, in alcuni casi, anche le stagioni. Quando la società vuole fare una bella stagione ma butta i soldi non possiamo dire che è un sistema che funziona. Oggi, poi, il tifo può influenzare le società. È difficile. Il sistema è questo ed è un tritacarne. Per me bisogna essere bravi. Con bravi intendo non la tattica, visto che ormai c’è una base per tutti, ma nella gestione".