Durante l'appuntamento odierno con L’Editoriale è intervenuto sulle frequenze di TMW Radio Mirko Nicolino. Queste le sue parole:
Come giudichi le difficoltà del VAR e degli arbitri in Serie A?
“La mia conclusione è che in questo momento il VAR non è una cosa seria. Rocchi continua a parlare di un protocollo che non esiste, in questo caso ci viene detto che il protocollo viene rispettato dai varisti perché non intervengono seguendo il protocollo nonostante ci sia un errore. Qui c’è un problema grande, perché il VAR è stato introdotto per togliere gli errori, ma se il protocollo nega ai varisti di intervenire per annullare un gol allora non va bene. Poi questo protocollo viene utilizzato con discrezionalità, perché il gol del Napoli a Salerno non viene corretto ma su un fallo di campo come quello di Kean il VAR interviene, nonostante sia un contatto definito da campo. Questo protocollo o è carta straccia o è una barzelletta, non ci sono vie di mezzo. Si è semplicemente spostata la polemiche su un grado diverso, prima la polemica era sul campo ora è in sala VAR. Utilizzerei il VAR solo per le cose oggettive, ora abbiamo anche le interpretazioni in sala VAR e da questo non se ne esce più. Certo che se poi non ci dà una risposta nei casi oggettivi, allora diventa un problema. L’unico modo per fare chiarezza è utilizzare i dialoghi come in America, dove i dialoghi sono in tempo reale e si può sentire tutto.”
Il Napoli riprendendo Mazzarri può percorrere la strada giusta?
“Su Garcia c’erano tante perplessità, a cominciare dal suo percorso in Arabia dove ha guadagnato tanto, ma dal punto di vista sportivo e tecnico gli ha fatto perdere forse lucidità. Chi meglio di Mazzarri può essere gestito direttamente da De Laurentiis? Ormai è un tutor per area tecnica e calciomercato, negli anni con la presenza di Giuntoli aveva perso potere e ora si è riappropriato di questo potere gestendo tutto in prima persona lo stesso De Laurentiis e stiamo vedendo i risultati. Tudor non avrebbe mai accettato sette mesi di contratto e sarebbe stata una scelta molto delicata, difficile da telecomandare dal punto di vista caratteriale e tatticamente avrebbe rappresentato un’enorme rivoluzione.”