Costantino Nicoletti è intervenuto all’Editoriale, in onda su Tmw Radio. Queste le sue parole:
Il Bologna batte sorprendentemente il Borussia Dortmund. Ti aspettavi un percorso così da parte di Italiano?
“Sono sempre stato uno di quelli che non è mai stato esaltato dal suo tipo di gioco e comunicazione, ma bisogna dire che ha fatto un percorso di crescita. Oggi sta facendo tesoro di alcuni errori commessi negli anni precedenti. Le partecipazioni alla Conference League del resto sono state una buona palestra per ciò che sta facendo ora. Oggi poi a Bologna c’è un management di assoluto valore e bisognerà capire il futuro di Sartori, dato che è in scadenza. Alcuni lo danno candidato al rilancio nella Roma. Comunque ribadisco i complimenti ad Italiano, che in campionato sta addirittura facendo meglio di Motta”.
La Juventus invece non è andata oltre il pareggio contro il Club Brugge. Motta ha veramente in mano il gruppo?
“Intanto sfatiamo il primo falso mito. Gli allenatori sono professionisti e vengono seguiti dai giocatori. Magari questi ultimi possono avere delle difficoltà nel calarsi nelle idee di gioco, ma gli ammutinamenti dello spogliatoio sono rarissimi in Serie A. È innegabile comunque che manchi qualcosa, incluso il tema del rendimento di Vlahovic. Alcuni acquisti poi, Koopmeiners incluso, non stanno dando le risposte che ci si aspettava. Mi sta invece sorprendendo in positivo la difesa, che continua a subire pochi goal. L’obiettivo ora dev’essere entrare tra le prime quattro in campionato in Serie A, ma conoscendo Giuntoli non credo che cambierebbe guida tecnica anche in caso di mancato obiettivo”.
Che fotografia fai invece del momento complicato per la Fiorentina e per Palladino?
“La scelta di Palladino è stata un azzardo. Anche io ero curioso di vedere quello che avrebbe fatto, dato che proveniva solo da diciotto mesi di Serie A, oltre al lavoro nelle giovanili. Nelle prime settimane ha sofferto, poi ha vissuto un filotto di otto vittorie consecutive, che però vanno analizzate. Molte di queste sono state vittorie sporche, con il marchio di un grande De Gea e di uno scatenato Kean. Adesso però certi giocatori non stanno rendendo e forse non sono messi nelle giuste condizioni di farlo al meglio. Poi c’è il mistero di Pongracic, che sta bene da tempo e che però continuiamo a non vedere quasi mai in campo. Nelle ultime settimane insomma sono arrivati una serie di risultati e prestazioni negativi. Perché portare avanti quest’agonia e non andare su un profilo di maggiore esperienza? Il mio nome nel cassetto, che è l’unico al momento che può darti anche quell’esperienza internazionale, è Rafa Benitez. Il problema invece è che il nome che gira è quello di Igor Tudor”.