L’urna di Montecarlo non è stata benevola con il Milan: la squadra di Pioli, infatti, è stata inserita nel gruppo F insieme a Paris Saint-Germain, Borussia Dortmund e Newcastle. Strada verso gli ottavi di Champions, dunque, in salita per i rossoneri, sorteggiati insieme a squadre che fanno del possesso palla e della riaggressione i loro punti di forza. Andiamo a scoprirle da vicino.
PARIS SAINT-GERMAIN: Sicuramente uno degli spauracchi maggiori tra le compagini presenti nella prima fascia, nonostante gli addii di Messi e Neymar nel corso dell’estate. Il presidente Al-Khelaifi sembra aver definitivamente abbandonato l’era delle roboanze, costellata da colpi faraonici fini a loro stessi, per intraprendere il tortuoso percorso delle progettualità pluriennale. Al timone Luis Enrique ha sostituito Galtier, così come Skriniar, Lucas Hernandez, Ugarte, Dembélé, Asensio e Gonçalo Ramos hanno colmato il vuoto lasciato da Sergio Ramos ed i due sopracitati. L’impatto con la nuova Ligue 1 non è stato dei migliori: due pareggi nelle prime due contro Lorient e Tolosa, ed un successo, il primo stagionale, nella terza giornata ai danni del Lens, principale antagonista dello scorso campionato, per 3-1.
Tre delle quattro reti messe a segno finora portano la firma di Mbappé, in un primo momento escluso dalla rosa, salvo poi essere reintegrato. Senza il fuoriclasse francese i parigini stentano a decollare ed il 4-3-3 di riferimento del nuovo tecnico sembra momentaneamente regalare poche certezze, specie in zona gol.
L’abbondante possesso palla non capitalizzato è il sintomo principale che la nuova linea offensiva del PSG debba ancora trovare l’equilibrio e l’alchimia giusta. Aldilà di tutte queste osservazioni resta oggettivo l’enorme valore qualitativo della rosa. Piccola nota a margine: questo accoppiamento sancirà il ritorno di Donnarumma per la prima volta da avversario a San Siro.
BORUSSIA DORTMUND: La squadra di Edin Terzic è pressoché la stessa che si è lasciata sfuggire la Bundesliga all’ultima curva lo scorso maggio. L’imponente e assai redditizia perdita di Bellingham, volato a Madrid per 105 milioni, è stata compensata dagli arrivi di Nmecha e Sabitzer, qualità abbinata ad esperienza, per un totale di 49 milioni. Discorso analogo per la fascia sinistra rimasta orfana di Guerreiro, perso a zero ed accasatosi al Bayern, prontamente rimpiazzato da Bensebaini.
Il 4-2-3-1 liquido del mister tedesco svincola i calciatori, specie quelli offensivi, da ruoli o compiti specifici in modo tale da risultare maggiormente imprevedibili nella metà campo avversaria senza dare punti di riferimento. Concetto esaltato dalla saltuaria assenza di Haller, unico elemento semi-statico del reparto avanzato giallonero, che permette ai vari Adeyemi, Malen, Brandt, Moukoko e Nmecha, senza né sottovalutare né dimenticare l’autodelegittimato capitano Reus, di occupare più ruoli e più zone di campo nel corso di un match.
La nuova stagione è partita con due vittorie, una in campionato, di misura, con il Colonia e una in DFB Pokal, decisamente più larga, contro lo Schott Mainz, ed un pareggio, ottenuto proprio nell’ultima gara contro il Bochum per 1-1.
Il Diavolo verrà catapultato all’inferno del Signal Iduna Park, dove ad aspettarlo ci sarà il “Die Gelbe Wand”, l’ormai celeberrimo e temutissimo muro giallo.
NEWCASTLE: La squadra più forte tra quelle presenti in quarta fascia, la società che ha portato via Tonali in estate. Basterebbe forse così per i tifosi rossoneri, ma questa breve descrizione non rende giustizia al percorso di crescita intrapreso e, in parte, realizzato dai “Magpies”.
Lo strabiliante cammino di Eddie Howe sulla panchina bianconera è iniziato nel dicembre 2021 e conta una media di 1,77 punti a partita, coincisa con il quarto posto nella scorsa Premier League ed una finale di Coppa di Lega persa contro il Manchester United.
In realtà dietro a questi numeri si nascondono diversi aspetti che vanno sottolineati: acquisti mirati, implementazione di sofisticate idee tecnico-tattiche, lungimiranza gestionale ed un fondo saudita come demiurgo.
Anche gli inglesi hanno come riferimento il 4-3-3, ma la sua applicazione è peculiare proprio per l’interpretazione conferitagli dal gruppo: il Newcastle predilige avere il pallone tra i piedi ed iniziarlo a manovrare dal basso con Botman e Schar spesso incalzati in impostazione da Bruno Guimaraes. In primo possesso Trippier va ad aggredire lo spazio alle spalle delle prime due linee di pressing avversario per permettere ad Almiròn di stringere verso il centro, inserirsi negli interspazi o supportare Isak, mentre è compito di Tonali e Joelinton ricevere spalle alla porta e “lavare” i palloni sporchi per permettere una corretta e, soprattutto, efficace transizione positiva.
Sulla sinistra avviene l’opposto: Burn, forse il punto debole più evidente, specie senza palla, resta basso sulla linea dei centrali, mentre Gordon mantiene una posizione decentrata che può permettergli o di ricevere palla sui piedi e puntare, oppure di prendere d’infilata la retroguardia avversaria sperando in un’imbucata delle due mezze ali.
La disposizione con il 4-3-3 diventa effettiva e continuata in fase di non possesso, con i tre reparti che si allineano e compattano in circa 20 metri di campo alto per andare alla caccia del pallone.
La nuova stagione non è iniziata nel migliore dei modi per i ragazzi di Howe: dopo lo sfavillante successo ai danni dell’Aston Villa per 5-1, sono arrivati i ko contro Manchester City, 1-0, e Liverpool, 1-2 nell’ultima gara interna, disputata peraltro in superiorità numerica per più di un tempo.