TMW Radio
News
Marocchino: “Berardi? Mi terrà sveglio. Su Bonucci capisco sia la società che il calciatore”
16 ago 2023 17:31Calcio
© foto di www.imagephotoagency.it

Nel pomeriggio di TMW Radio, all’interno di “Piazza Affari”, è intervenuto l’ex calciatore Domenico Marocchino.

“Scusate se inizio con una battuta…se potessi tornare indietro, oltre che giocare a calcio, farei Economia & Commercio. Scusate la battuta. Non capisco dove si sta andando a parare in questo mondo parallelo dell’Arabia Saudita”.

Che tipo di acquisto sarebbe Berardi, sia tecnicamente che qualitativamente parlando?
“La definizione di modulo è rappresentato dalla dislocazione in campo dei giocatori. Pur partendo con un 3-5-2, puoi trovarti “in movimento” anche con moduli diversi. Berardi è uno da 4-3-3, ma può trovarsi a fare al massimo la seconda punta, alla Dybala. Quando io entro un appartamento guardo due cose: dov’è la luce e dov’è la stanza da letto. Il giocatore diventa utile quando riesce a riposarsi in una zona non attiva per lui, senza essere troppo passiva per i compagni”.

E il salto mentale da fare dopo una vita al Sassuolo?
“Questa è una cosa personale. Di Livio ha esordito in Serie A a 26 anni. Schillaci ha giocato in B fino a 26 anni. Il salto psicologico può essere percepito, ma la cosa più difficile da ottenere è la giusta distribuzione del pallone. Sono contento del fatto che venga alla Juventus perché mi terrà sveglio grazie alla sua imprevedibilità”.

Sul fatto che tra lui, Milik e Vlahovic siano tutti mancini?
“Lo erano anche quelli del Brasile di Messico ‘70 (ride, ndr)”.

Samardzic alla Juventus?
“Le trattative sono trattative. Non dire gatto se non ce l’hai nel sacco, diceva Trapattoni. Anche Platini era sotto pre-contratto con l’Inter, prima di andare alla Juventus. È un po’ un mercato delle pulci questo riferito alla Serie A. C’è stato un assestamento in tutte le squadre, che devono guardare prima la questione economica che la questione tecnica. Vedrei bene Samardzic alla Juventus, che ha avuto nelle ultime stagioni problemi di verticalizzazione e di smarcamento. Il problema delle grandi squadre è il coraggio, che manca nello schierare giovani promettenti nella loro posizione preferita”.

Che idea si è fatto del caso Bonucci?
“La fortuna di una società a volte è riferita al fatto che sia il giocatore a dire basta. Platini smise presto. Paolo Rossi - a 30 anni - fu costretto a smettere per i quattro menischi. Un giocatore della personalità di Bonucci non vuole mollare, mentre la Juventus ha fatto una scelta tecnica. Se sei un trequartista è un conto, se sei un difensore in difficoltà fisica il problema inizia a diventare più grande. È come i divorzi… devi sperare che siano consensuali”.

Mancini in Arabia Saudita?
“Vedo tutto ciò con qualcosa che non mi torna e mi sfugge. Ho giocato anni con lui e credo che lui sia un comandante che ha bisogno dei suoi centurioni. Quando iniziano a fargli fuori i suoi e gli mettono dentro gente che non gli piace, la situazione diventa fastidiosa. Se va in Arabia penso che economicamente stia a posto, lui e il suo staff”.

TMWRADIO Redazione