A commentare le notizie del giorno a Maracanà, nel pomeriggio di TMW Radio, è stato mister Gigi Maifredi.
Un pensiero sull'eliminazione del Napoli dalla Champions?
"E' dispiaciuto molto, perché non ha demeritato. Se veniva dato quel rigore sacrosanto le cose potevano cambiare. Ma la vita è così. Ora devono rimboccarsi le maniche e puntare la zona Champions. Per me ce la può fare. Ho visto una squadra più viva del solito, ma non è bastato in Europa. Quel rigore a un'altra squadra diversa dal Barcellona lo avrebbero dato forse".
E così va al Mondiale per Club la Juventus:
"Purtroppo ci sono delle regole ed è giusto che sia così. Non è che la Juve abbia fatto domanda prima degli altri, c'è un ranking e va avanti per questo. Se andava avanti il Napoli, sarebbe andata lei".
Quanto deve cambiare la Juve per essere più competitiva?
"Quando arrivi a 15 punti dalla vetta vuol dire che il campionato è stato deludente. L'Inter potrebbe andare via un mese e tornare poi essendo ancora prima. Non hai fatto un campionato all'altezza del nome che porti. A volte si dice che accontentarsi è bene, si accontentano di arrivare tra le prime quattro ma non è nella storia della Juve fare così. Lì si deve essere primi attori. Già la squadra di ora è competitiva, purtroppo il suo allenatore è in una crisi mentale. Yildiz, Chiesa e Vlahovic dovrebbero giocare sempre ma non lo fa, ci sarà un motivo".
Il tridente lo può sostenere questa squadra?
"Certo che sì. Chiesa fa avanti e dietro, Yildiz è un genietto, Vlahovic non puo iaccopiarlo perché sminuisci il suo ruolo. Il centrocampo con Locatelli, Rabiot e McKennie va bene, sui centrali va bene, al massimo devi trovare un esterno. Con questi elementi non era difficile fare una squadra compentitiva, ma non mi sembra il Max che mi ricordo io. E' mancata competitività? Strano, perché lui ha sempre avuto delle intuizioni geniali, già ai tempi del Milan. Quest'anno invece non le sta avendo, si è sempre accontentato del corto muso e del fatto che la società gli ha chiesto di arrivare tra le prime quattro. Lo dice lui, ma la Juve ti dice sempre che non devi accontentarti".
Come legge le dimissioni di Sarri alla Lazio?
"Bisognerebbe stare al suo posto. Credo abbia avuto la delusione di non essere riuscito a creare una squadra che rendesse come voleva lui. Quando te ne rendi conto perdi entusiasmo e anche i giocatori, che gli hanno girato le spalle. La vittoria della lotta con Tare gli ha tolto poi un interlocutore importante che poteva consigliarli in questo momento".
Quanto è difficile poter andare con un'idea di calcio molto propositiva in certi club?
"No, un allenatore deve avere al suo fianco una società. Io andai alla Juve nel momento in cui andò via Boniperti, che aveva in mano tutto, a partire dai giornalisti. C'era una lotta intestina e io ne pagai le conseguenze. Tant'è che dopo un anno o due rientrò Boniperti".
Che ne pensa di Inzaghi?
"E' migliorato molto, è stato bravo ad accoppiarsi con delle persone ottime nello staff. Ha migliorato in tanti. Barella è diventato un grande giocatore in tutto, tatticamente disciplinato. E ha proposto Calhanoglu in un nuovo ruolo che lo rende tra i 4-5 migliori a livello mondiale in quella zona del campo. Ha giocatori funzionali al suo ruolo. In questo momento non vedo allenatori che danno più garanzie di lui".
E qualche giovane tecnico?
"Prima avevamo molta fiducia in Italiano e Dionisi, invece ho visto che si stanno perdendo un po'. Thiago Motta sta facendo bene in un ambito che è ideale per un allenatore. In più si sta avvalendo di un personaggio come Sartori che costituisce con la società un triangolo fondamentale per rendere al meglio".