Di Lucio Marinucci
Alea iacta est. I gironi dell’ultima edizione della Champions League a trentadue squadre sono ormai cosa nota, facendo già partire disquisizioni e previsioni. Per le italiane c’è poi da dover difendere il grande percorso della scorsa stagione, dove tre squadre tra le prime otto d’Europa hanno battuto bandiera tricolore. Tra queste chiaramente ha spiccato l’Inter, capace di tornare in finale a distanza di tredici anni, soccombendo con onore solo contro i semidei di Guardiola. La squadra però è tutt’altro che la stessa dopo le pesanti partenze di Brozovic, Dzeko e Lukaku; ai loro posti sono giunti Frattesi, Arnautovic e Thuram, che magari non avranno le stesse qualità nell’immediato e la medesima esperienza, ma che in compenso possono sfoggiare un carattere pugnace e ambizioso. Perlomeno questa è stata l’impressione guardando la squadra di Inzaghi nelle prime due convincenti uscite in Serie A, entrambe vittoriose e concluse a porta inviolata. È necessario sottolineare che i due successi sono arrivati contro Monza e Cagliari, ma i sei punti potevano non apparire così scontati. La Champions League in ogni caso avrà nettamente un altro coefficiente di difficoltà, ma stavolta le urne sono state assai clementi nei confronti dei nerazzurri, a differenza dell’ultima volta. L’anno scorso difatti i sorteggi avevano “regalato” Bayern Monaco e Barcellona nel raggruppamento, salvo poi consentire all’Inter una parte di tabellone ben più abbordabile nella fase ad eliminazione diretta. Per la Champions League 2023-24 la casa della “Beneamata” sarà il Girone D, condiviso con Benfica, Salisburgo e Real Sociedad.
BENFICA Per i portoghesi non c’è bisogno di dover riavvolgere troppo a lungo il nastro per ricordare qualcosa. L’ultimo confronto risale infatti allo scorso Aprile, quando i nerazzurri avevano eliminato proprio il Benfica ai quarti di finale, imponendosi dapprima 0-2 in terra lusitana, per poi pareggiare agilmente 3-3 a San Siro. Gli uomini di Schmidt si sono successivamente consolati vincendo la trentottesima Primeira Liga della propria storia, ma hanno cambiato qualcosa durante il mercato estivo. Il modulo di riferimento è rimasto immancabilmente il 4-2-3-1, fatto come sempre di fraseggi palla a terra e mentalità offensiva, ma le variazioni hanno riguardato soprattutto i singoli. L’attacco per l’appunto ha perso bomber Gonçalo Ramos, volato al PSG per la modica cifra di 65 milioni di euro più bonus. Al suo posto è giunto dalla Fiorentina Arthur Cabral, che al momento non ha di certo incantato e che dovrà non far rimpiangere quello che dovrebbe diventare uno dei perni della Nazionale portoghese dei prossimi anni. Un ‘altro addio altrettanto doloroso è stato quello di Grimaldo, tanto spettacolare quanto offensivo terzino sinistro, che ha lasciato Lisbona dopo sei ottimi anni per trasferirsi a parametro zero al Bayer Leverkusen. La sua partenza ha aperto un vuoto, colmato però dal duttilissimo norvegese Aursnes, schierato l’anno scorso contro l’Inter da esterno offensivo. La verticalità e la fantasia sono garantite poi dal dinamico ed intelligente Kökçü (abile centrocampista prelevato dal Feyenoord), dal sempre più maturo Joao Mario, schierato come da copione da esterno d’attacco, e dal ritorno di Di Maria dopo la negativa parentesi alla Juventus. L’uomo chiave ad ogni modo resta però Rafa Silva, implacabile trequartista con il vizio del goal, pronto alla sua ottava stagione con le Aquile di Lisbona.
SALISBURGO Anche per parlare di Salisburgo non c’è bisogno di spremersi le meningi, dato che basta guardare al 9 Agosto per ricordare uno spettacolare 4-3 in amichevole per l’Inter sotto il diluvio. Un risultato che rappresenta appieno la filosofia arrembante degli austriaci, rimasti ovviamente fedeli al proprio credo nonostante il cambio di allenatore. Dai New York Red Bulls è infatti arrivato Gerhard Struber, chiamato a sostituire il Wonder Boy Matthias Jaissle, che ad appena trentacinque anni ha deciso di accettare la guida dell’Al Ahli. Anche qui il modulo di riferimento resta sempre il 4-2-3-1, che lo scorso anno ha permesso la conquista della decima Bundesliga austriaca consecutiva. Nell’ultima Champions invece il Salisburgo è arrivato terzo nel girone (con tanto di pareggio 1-1 e sconfitta 4-0 contro il Milan), per poi essere eliminato nei playoff di Europa League dalla Roma (vittoria in casa 1-0 e sconfitta 2-0 all’Olimpico). Il mercato poi, come praticamente ogni anno, ha portato agli addi dei talenti più promettenti. In questo senso hanno fatto le valigie l’attaccante Benjamin Sesko e il centrocampista Nicolas Seiwald, approdati al Lipsia, il portiere Philip Kohn, acquistato dal Monaco, e Noah Okafor giunto proprio alla corte di mister Pioli. La squadra per il resto ha inserito a livello di titolarità solo il centrocampista Mads Bidstrup dal Brentford e Aleksa Terzic dalla Fiorentina per il ruolo di terzino sinistro. I punti di riferimento ad ora sono rappresentati dal roccioso difensore centrale Pavlovic, da tempo titolatissimo nella Serbia, e dal centravanti classe 2004 Karim Konaté. Quest’ultimo in particolare ha iniziato ad attrarre su di sé parecchi occhi dopo il buon finale di stagione scorsa e l’ottimo avvio di quest’anno. Molto agile e con un ottimo fiuto per il goal potrebbe diventare uno dei prospetti più interessanti della scuderia Red Bull.
REAL SOCIEDAD La Real è decisamente la meno votata all’attacco delle tre avversarie, come testimoniano gli appena 110 goal incassati nelle ultime 114 gare della Liga. Lo scorso campionato è stato concluso al quarto posto, grazie a dei periodi segnati da lunghe serie di pesantissimi risultati, come nel finale di Liga in cui erano arrivati a stretto giro di posta i successi contro Real Madrid e Barcellona. In panchina siede dal Dicembre 2018 la leggenda Imanol Barrenetxea, prima icona da calciatore del club, e ora da tecnico. Il suo 4-1-4-1 rimane un mantra in grado di garantire equilibrio e copertura, ma quest’anno forse bisognerà trovare qualche variazione, trasformandosi più in 4-3-3. Nelle ultime stagioni infatti spesso la squadra si è appoggiata sulla figura del centravanti Alexander Sørloth, che con i suoi 194 centimetri è sempre stato in grado di garantire una sponda sicura in momenti di burrasca. Quest’anno però il gigante norvegese è passato al Villareal e i biancazzurri hanno virato sull’ex milanista Andrè Silva, prelevato in prestito dal Lipsia, ma con caratteristiche differenti e soprattutto ancora alle prese con un infortunio alla coscia. Proprio gli infortuni hanno minato gli ultimi tempi della Real Sociedad, che in sequenza ha dovuto affrontare la rottura del crociato di Mikel Oyarzabal, Umar Sadiq e David Silva, con quest’ultimo che addirittura ha dovuto di conseguenza annunciare l’addio al calcio qualche settimana fa. Ora però, nonostante tutto, bisogna cercare di migliorare anche nel percorso europeo, conclusosi l’anno scorso agli ottavi di Europa League, sempre per mano della Roma. Obiettivo non impossibile, considerando che la rosa può vantare ottimi elementi come il difensore centrale Robin Le Normand, entrato in ottica nazionale spagnola e cercato dal Napoli, la fugace ala destra giapponese Takefuse Kubo, o l’ordinato centrocampista e prodotto del vivaio Martin Zubimendi. I veri punti di riferimento non possono però che essere proprio Mikel Oyarzabal, che nel ruolo di alla sinistra deve ritrovare la prorompenza pre infortunio, e Mikel Merino, un misto di fisico e visione di gioco che ne fanno uno dei centrocampisti più efficienti del campionato spagnolo.
Questi sono gli identikit delle tre fiere che Inzaghi dovrà affrontare, pronte a sbarrare il passaggio per il successo e per la gloria, fattori che appartengono all’Inter per tradizione e per ciò che abbiamo potuto ammirare l’anno scorso. Il percorso sarà lungo e non privo di impervie, ma del resto solo ai più forti spettano le soglie dei cancelli della Coppa dei Campioni. Che il viaggio abbia inizio.