A TMW Radio, Hernanes ha parlato della sua carriera in Italia e non solo durante "Storie di Calcio".
Ha ripreso a giocare con un club della prima categoria del Piemonte?
"In realtà è nata prima un'amicizia con il presidente del Sale, e poi anche per piacere di tornare a giocare. Io adesso produco vino nel Monferrato e un ristorante ed è nata così l'amicizia".
Cose le chiedono i suoi nuovi compagni?
"Ho fatto alcune amichevoli con loro ma ancora non siamo ancora in intimità. Parliamo delle partite ma ancora non di altro".
Le mancava giocare?
"No, però delle volte che mi hanno invitato mi sono divertito. Non ci pensavo fino a qualche tempo fa, poi è nata questa cosa ed è molto bella".
Ha mai pensato di rimanere nel mondo del calcio?
"A luglio ho fatto il primo passaggio con il corso da allenatore UEFA B. Poi ho fatto un evento in Piemonte che ho chiamato 'La coppa del Profeta' con dei brasiliani che ho allenato per un torneo di ragazzi dai 13 ai 16 anni".
Come è stata l'esperienza in Cina e che ne pensa del calcio arabo?
"In Cina sono andato, è stato bello. Ci ho sempre pensato ad andarci, perché volevo conoscere il Paese. Volevo aiutare i ragazzi, così come altri, per imparare a crescere in tutti i sensi. Non c'è stato però questo scambio. Il calcio arabo è più o meno uguale alla Cina, la differenza non la fanno i soldi. Devono riuscire a cambiare alcune cose dal punto di vista culturale per durare. Altrimenti è una moda destinata a passare".
All'Inter è stato utilizzato nel suo ruolo ideale?
"All'inizio per sfortuna ho avuto un piccolo problema all'adduttore, con Mazzarri giocavo trequartista ed era la mia posizione giusta. Anche con Mancini sono riuscito a ritagliarmi uno spazio nel mio ruolo".
Ora con che numero gioca?
"Col 15, che indossavo nell'anno migliore al San Paolo".