Di Lucio Marinucci
Siamo ormai giunti alla metà di Luglio, contando tra una bevanda fresca e l’altra i giorni che ci separano dall’inizio della prossima stagione. L’ultima ha regalato un campionato anomalo per parecchie squadre del nostro paese, in particolar modo per la Juventus. I bianconeri hanno infatti vissuto dei mesi paradossali, aggiungendo e togliendo penalizzazioni alla propria classifica, che alla fine ha recitato il verdetto della qualificazione, che verosimilmente sarà revocata, alla Conference League. Tutti i vari sballottamenti che l’ambiente juventino ha dovuto patire hanno portato ad un verdetto inequivocabile: è necessario iniziare una nuova era.
Il primo vero passo in questo senso è stato rappresentato dalle dimissioni dell’intero CDA a fine 2022. Il coinvolgimento di Andrea Agnelli e dello stato maggiore bianconero nell’ormai celeberrima Inchiesta Prisma hanno portato al primo radicale cambiamento nell’organigramma societario.
Nel giro di pochi mesi ci si è immediatamente resi conto che il corso intrapreso da John Elkann sarebbe stato caratterizzato dal prendere le distanze dalle manovre effettuate da Andrea negli anni precedenti.
Nel giro di poco tempo la Juventus ha infatti optato per una linea comunicativa più moderata, sia con la FIGC che con l’Uefa. Con la prima è stato annunciato il patteggiamento per evitare ulteriori sanzioni e penalizzazioni in futuro, mentre con la seconda è stata avviata un ponderato dialogo per ammorbidire i rapporti. Anche gli ultimi comunicati del club, che continuano a sottolineare la volontà nell’ abbandonare il progetto Superlega, virano in questa direzione.
Gli stravolgimenti però non sono da identificare esclusivamente nell’ambito societario, ma potrebbero coinvolgere anche quello tecnico. L’idea che sta prendendo corpo è a tal proposito quella di puntare molto sui prodotti del vivaio, evitare spese folli e, se necessario, sacrificare qualche pedina di spessore. Vlahovic e Chiesa potrebbero dunque lasciare la Juventus al netto di offerte soddisfacenti, dopo essere stati individuati come i punti di riferimento fino a poco tempo fa. L’unico ponte che al momento resiste tra passato e futuro è la figura di Massimiliano Allegri, provato da due anni di feroci critiche, ostacoli e insuccessi. L’ultimo elemento che ha resistito alla rivoluzione è dunque quello che per molti doveva essere cambiato per primo. Un paradosso che tanti non riescono a spiegarsi, ma che Allegri, giunto all’alba della nuova stagione, deve assolutamente sfruttare. Senza la Conference League infatti il tecnico livornese potrebbe concentrare tutte le energie su di un campionato che manca di un vero e proprio padrone. Con una squadra di livello ai suoi ordini si ritroverebbe obbligato a lottare per lo scudetto, nel tentativo di dimostrare di essere ancora l’uomo giusto per la Juventus.