Si chiude con il big match di San Siro la dodicesima giornata di Serie A. Finisce 1-1 tra Inter e Napoli, con gli azzurri che rimangono in vetta alla classifica e i nerazzurri che si aggiungono al gruppone composto da Atalanta, Fiorentina e Lazio a un solo punto di distacco dalla capolista. È una Serie A equilibratissima e davanti a tutti c’è il Napoli di Antonio Conte. Analizziamo quelli che sono i tre punti principali della sfida.
Centrocampisti al top
Il duello McTominay-Calhanoglu ha incendiato il primo tempo di San Siro. Dato il maggior possesso palla nerazzurro, McTominay ha dovuto lavorare soprattutto in fase di non possesso per togliere spazio a Calhanoglu, che ha dettato i tempi con continuità. Lo scozzese però ha una qualità straordinaria, quella di incidere nelle grandi partite e lo dimostra la zampata con cui ha aperto la sfida su calcio d’angolo. La perla di serata però la realizza Calhanoglu. Dopo aver sprecato un’ottima punizione, il turco si inventa un missile terra-aria da 25 metri che sorprende Meret e regala il pareggio ai nerazzurri.
Sono tornati i grandi difensori italiani
Spalletti può stare tranquillo, se vuole ricostruire una nazionale vincente ha già uno scheletro difensivo pronto per giocare ai livelli più alti. Se di Bastoni ormai tutti sanno le enormi qualità, su Buongiorno c’erano delle domande relative soprattutto al salto di qualità fatto in estate. Essere il leader del Torino è ben diverso dal comandare la difesa di una squadra che ha grandi ambizioni come il Napoli. Buongiorno non solo è pronto per guidare il Napoli, ma è anche pronto per misurarsi con i più grandi attaccanti del calcio mondiale. Controllati senza alcun patema Lautaro e Thuram, impressionante nella ripresa la gestione dell’uno contro uno a campo aperto con il francese, fermato con un’autorità da assoluto top player.
Questo non è più calcio
È successo quello che non si era mai visto in Italia. Calhanoglu sbaglia un rigore che, se fosse stato segnato, avrebbe contraddistinto le chiacchiere calcistiche delle prossime due settimane. Il calcio era nato come uno sport di contatto, il calcio di rigore fino a qualche anno fa veniva definito come “massima punizione”. Adesso invece ogni contatto è fallo, specialmente in area di rigore. Il contatto tra Anguissa e Dumfries è uno contatto e come tale andrebbe analizzato. Un contatto di gioco tra due giocatori che fanno una giocata per giocare il pallone. Nel gioco del calcio tutto questo sarebbe previsto. Nel calcio di oggi il gioco non c’è più, le giocate non ci sono più e forse non ci saranno più neanche i giocatori, ma solo robot che eviteranno qualsiasi tipo di contatto con l’avversario.