Che spettacolo, che partita! Finalmente un big match degno di questo nome che, oltre ai cinque gol nei primi 45 minuti (prima volta nella storia del derby d'Italia), fornisce tanti spunti, induce a molteplici riflessioni e regala emozioni con cui raramente siamo stati abituati a relazionarci negli ultimi anni.
Alla fine nessuno riesce a portarsi a casa il capitolo numero 252 complessivo di questa rivalità storica. Ad uscire con maggiore rammarico è probabilmente l'Inter, in vantaggio di due e in netto controllo nella ripresa fino al 70', a cui non sono bastati Zielinski, Mkhitaryan e Dumfries. Grande reazione della Juve con un super Yildiz che risponde alla doppietta dell'ex Napoli dando anche valore agli acuti di Vlahovic e Weah.
L'IMPORTANZA DEI TERZI: La figura del "terzo" è ormai diventata la chiave del calcio moderno. Poco importa se si tratta di un terzo di difesa o del cosiddetto terzo uomo da ricercare per rompere le linee di pressing avversario, anche perché l'Inter gode di entrambe, e i primi due gol di oggi ne sono l'emblema. Nell'azione che poi porta al fallo di Danilo su Thuram in area a crossare è Pavard (già fondamentale lo scorso anno nell'aver indotto la decisiva autorete di Gatti con un movimento dei suoi), destinatario dello scambio tra Dumfries e Barella sulla destra, mentre Mkhitaryan, nello sviluppo del 2-2, indossa i panni, appunto, del terzo uomo ricevendo palla dopo i tocchi di Zielinski e Barella prima di duettare con Thuram al limite dell'area.
JUVE DOUBLE FACE: Anche in questo caso il termine scelto può essere declinato in due modi. La formazione di Thiago Motta si dispone con un 4-2-3-1 / 4-4-2 in non possesso e con un 4-3-3 in possesso, rinunciando a un maggiore dinamismo per sfruttare la rapidità, l'intesa e la superiorità numerica generata dalla coppia Cambiaso-Conceição, scelta che si rivela azzeccata in occasione del momentaneo 1-2.
In più in questa sfida i bianconeri sovvertono totalmente gli assunti della prima parte di stagione arrivando a incassare addirittura 4 gol, concedendo all'Inter molteplici opportunità per concludere in porta (le prime avvisaglie si erano già avute contro lo Stoccarda), e facendone altrettanti arrivando finalmente a concretizzare l'imponente mole di possesso prodotto considerando tutti i match disputati.
I CAMBI: Allarme rosso in casa Inter. Il fattore sostituzioni torna a risultare negativo proprio come due stagioni fa, per giunta non per la prima volta in stagione: al 63' Inzaghi toglie dal campo Zielinski e Pavard (ammonito) per far entrare Frattesi, scalando Barella in cabina di regia (non proprio la sua posizione ideale), e Bisseck (già protagonista in negativo a Genova e Udine), dal cui lato arrivano le reti del 4-3 e del definitivo 4-4 siglate da Yildiz, mandato in campo da Thiago Motta un minuto prima dei due sopracitati
Arbitro: Guida - Voto 7: Riscatta alla grande la prestazione infrasettimanale da horror in Atletico Madrid-Lille assegnando correttamente i due calci di rigore all'Inter senza l'ausilio del Var e tenendo sempre in pugno una partita rovente. Corrette le ammonizioni a Danilo, Pavard e Dumfries.