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Inter, De Paola: “Da Zhang a Oaktree, la garanzia è Marotta”
20 mag 2024 11:40Calcio
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Durante l'appuntamento odierno con L’Editoriale sulle frequenze di TMW Radio è intervenuto Paolo De Paola. Queste le sue parole:

 

Come commenta il comunicato di Zhang dell’altro giorno?

“Mi ha deluso questa situazione, non me l’aspettavo. Negli anni scorsi Zhang era sempre riuscito a respingere possibili nuovi proprietari. Questo comunicato mi è sembrato un comunicato nervoso, se hai un debito o lo paghi o Oaktree diventa proprietario. A Oaktree non conviene assolutamente il fallimento dell’Inter, Oaktree ha grande fiducia nel management dell’Inter. Può avere in mano l’Inter con un 20% in meno di costo, tutti i numeri vanno a favore del fondo americano. I dirigenti nerazzurri hanno abbassato i costi e ottenuto successi, ci sono basi di crescita e conviene a Oaktree prendere in carico l’Inter. Le questioni legali doveva risolvere Zhang, non Oaktree ovviamente. Chiaramente Zhang si affidava a Pimco, credo che la famiglia Zhang abbia una disponibilità economica importante ma ci sono delle problematiche che stanno dando una sensazione di precarietà nell’Inter che non va bene. La continuità aziendale dell’Inter è una situazione estremamente delicata. Io credo che Marotta sia la garanzia di tutto, la continuità la cerchi nel management. Non la puoi garantire nell’aspetto finanziario, infatti passerai da un presidente a un fondo, un passaggio che lascia intendere una debolezza di Zhang perché non sa coprire il debito. La risposta dell’Inter sta negli ultimi risultati e negli ultimi incassi, la continuità gestionale c’è. Quello che non c’è è la continuità presidenziale e della proprietà”.

 

Questa confusione nei controlli in alcune società ha portato alla decisione di Abodi di istituire un’authority separata dalla Covisoc?

“Assolutamente si, si sta anche spaccando il fronte della compattezza della lega Serie A visto che le big stanno appoggiando la linea Abodi. L’unica società che può coprire le sue difficoltà economiche con degli aumenti di bilancio è la Juventus perché ha una famiglia economica solida alle spalle. I fondi sono all’ordine del giorno e lo si vede ad esempio al Milan con i tanti cambi di proprietà degli ultimi anni. Per il controllo delle società c’è un problema in più perché questi fondi durano pochi anni ed è difficile controllarli. Diventa più difficile l’identificazione proprietaria del club”.

 

Come va giudicata la separazione tra la Juventus e Allegri?

“Questo è l’argomento principale, voglio dire innanzitutto una cosa. Non è facile per chi ha una piccola passione rimanere lucido e avere la giusta sensibilità. In fondo a tutto questo rimane un senso di poca gratitudine nei confronti di un allenatore che ha portato dodici trofei alla Juventus. Qualcosa suona strano in questa vicenda, perché tutti hanno ragione. La società ha fatto bene a licenziare Allegri in tronco perché non puoi ribellarti in quel modo verso Giuntoli. Questa ribellione una società non può accettarla, se Allegri avesse accolto con più pacatezza tutto questo si sarebbe arrivati a fine stagione e Allegri avrebbe vinto. Ha avuto invece questo scatto d’ira che ha portato a una situazione inaccettabile. Nel tifoso invece resta questo senso di ingratitudine verso un allenatore che non è stato amato per il gioco, ma per i risultati. Questo va riconosciuto ad Allegri. La cosa che non mi garba è vedere in Allegri un oppositore al sistema ancor più della società per quello che ha fatto agli arbitri. Al tifoso juventino non spetta il vittimismo arbitrale, c’è sempre stato il contrario. Ora la Juve si deve adattare a questo? È vero, è stato negato un rigore lampante alla Juve, ma la partita l’hai vinta. Questo non è l’atteggiamento da tifoso juventino. C’è poi il terzo argomento, ovvero la superbia e mi rivolgo all’ex presidente Agnelli. La superbia è un peccato e non è un atteggiamento da juventino. Lo juventino vero ha lo humor dell’avvocato e guarda in maniera distaccata chi va contro la Juventus. La base del tifo juventino non nasce con superbia, la Juventus nasce dal popolo. Il giudizio di Andrea Agnelli poteva essere risparmiato. Nel sentimento delle persone rimarrà un qualcosa di esagerato nei confronti di Allegri. Non si potrà stare col fucile puntato nei confronti di Giuntoli e Thiago Motta, questo è figlio della rabbia che ha lasciato l’uscita prematura di Allegri. Alla fine si tiferà la Juventus e si passerà oltre”.

Redazione TMW Radio