Chiudiamo il 2023 e apriamo le porte al 2024, senza dimenticare “il peggio e il meglio” che il calcio italiano (di club e Nazionale) ha saputo riservarci nell’anno che sta per chiudersi. Per semplicità di racconto ci concentreremo su quanto capitato dall’inizio delle ostilità della stagione 2023/2024 e non sull’anno solare per intero, dove avrebbe dovuto trovare necessariamente spazio la cavalcata tricolore del Napoli, le tre italiane in Finale nelle coppe europee… e tanto altro…
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POLIZIA A COVERCIANO… ANCORA SCOMMESSE NEL CALCIO - È la fotografia più disturbante del 2023 calcistico. La Nazionale - tolto Euro2020 - è purtroppo materia indigesta per appassionati e tifosi da qualche anno. E il 13 ottobre del 2023 quando a Zaniolo e Tonali vengono notificati atti giudiziari, di rimando da un’inchiesta balzata in prima pagina “grazie” al redivivo Fabrizio Corona, collezionista di reati che pensavamo sepolto da Vallettopoli e altri scandali correlati.
Zaniolo continuerà a giocare all’Aston Villa; Tonali sarà squalificato in Premier e intraprenderà un percorso di recupero dalla ludopatia, così come lo juventino Fagioli.
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POGBA: UN DISASTRO TOTALE - Il più grande flop di mercato della gloriosa storia della Juventus. Il ritorno a suon di milioni di Paul Pogba a Torino, con un primo anno costellato di soli infortuni, si traspone in una seconda stagione che non inizierà mai davvero. Ancora qualche noia muscolare, prima della doccia gelata della positività al testosterone, confermata anche dalle controanalisi. La Vecchia Signora ad ora attende in silenzio e si interroga, mentre il ragazzo sembra non poter più uscire da un vortice che - anche a livello di nucleo familiare - fa parlare solo giornali scandalistici e cronache giudiziarie.
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BOULAYE DIA: FUGA E FINTA MALATTIA - La Serie A 2023/2024 è iniziata da poche settimane e chi sedeva sul terzo gradino del podio dei cannonieri della passata annata commette un peccato di presunzione assoluta. Dia, centravanti di una Salernitana che puntava ad inizio anno a una salvezza tranquilla, dopo la prima pausa delle nazionali decide semplicemente di sparire per qualche giorno. È in Senegal? È in Francia? Nessuno lo sa. Il ragazzo non ha digerito il rifiuto campano al Wolverhampton e decide di fingere un infortunio muscolare, con tanto di lastra fasulla.
Tornerà a Salerno per qualche scampolo e qualche rete, ma a gennaio - a detta di tutti gli addetti al club di Iervolino - verrà ceduto altrove.
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AURELIO, LO SPETTACOLO È FINITO - Il tendone del circo è ancora ebbro per uno Scudetto riconquistato dopo 33 anni e nessuno si sta accorgendo fino in fondo di quanto fragoroso possa essere il “botto” dell’anno successivo. Garcia al posto di Spalletti, che è come pensare di sostituire il Merlot col Tavernello. Un “violinista” scelto, commissariato, svalutato, umiliato e poi cacciato. L’uomo di cinema tenta allora il “remake” Mazzarri, ma gli attori sembrano presto stanchi, il regista ha perso l’antico mordente e il circo non bolle più come qualche mese prima. Ad ora il Napoli sta calcando - statistiche alla mano - il peggior rendimento di una squadra scudettata nell’anno della difesa del titolo, facendo peggio pure del Pioli 2022/2023, di cui a breve parleremo…
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PIOLI IS ON FERIE - “E pensare che per i primi 8’ avevamo tenuto l’Inter lontana dall’area”. L’aveva detto, in comprensibile stato confusionale post Semifinale di Champions d’andata, Stefano Pioli, che a fine 2023, con la franchezza che lo contraddistingue da sempre, asserirà: “Cosa cambierei del 2023? I cinque derby persi contro l’Inter”. L’ultima stracittadina, in conferenza post-partita, lo vede andare oltre: “Fino al 4’ avevamo tenuto il pallone soltanto noi”. Peccato stesse parlando a margine di un 5-1, prima musata frontale di un Milan avvilito da mille infortuni e intristito nei suoi uomini chiave Leao e Theo Hernandez, lontani parenti di quella fascia sinistra che garantì, assieme a Maignan, il diciannovesimo Scudetto. Per quanto riguarda le dichiarazioni post-gara provate a metterle in bocca a Inzaghi… o spostatele nella Capitale di Mourinho e Sarri… e immaginate gente… immaginate.
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FISCHI SU BIG ROM, MA LA VINCE TIKUS - Si parlava di questo Inter-Roma dal momento in cui, a Ciampino, Romelu Lukaku atterrava nei sogni dei tifosi romanisti, che col belga bramavano un ritorno in grande stile nella sezione nobile della nostra Serie A. L’impatto di BigRom è importante: Mourinho l’anno scorso non segnava mai e quest’anno ha uno che la butta dentro praticamente sempre.
Il 29 ottobre San Siro porta 75.000 anime e 50.000 fischietti per irretire quello che a Milano è percepito come “il traditore dei traditori”. Non serviranno, perché Lukaku il pallone non lo vedrà mai e la Roma tirerà per sbaglio una volta in porta. A deciderla? Marcus Thuram, il replicante più giovane, più scattante e più tecnico che a parametro zero è stato affiancato a un Lautaro d’annata. Passaggio di consegne? Forse, o forse qualcosa di più.
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AZZURRI IN GERMANIA, MA CHE FATICA LUCIANO - Macedonia del Nord e poi una squadra in maglia gialloblù (come la Svezia del 2017, ndr). Due gare per evitare un Play-Off che per ben due volte ci ha estromesso da un Mondiale. Luciano non deve fare come Roberto e Gian Piero, pure se rischia tantissimo anche a causa di una diaspora di calciatori da fare impressione. 5-2 ai nostri sicari pre-Qatar 2022 e un soffertissimo 0-0 con gli ucraini, dove al 99% un calcio di rigore solare è stato negato ai nostri avversari proprio in chiusura di gara. Che gran fatica mister Luciano Spalletti, ma saremo in Germania a difendere il titolo conquistato a Wembley! Come? Vedremo.
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IL TEMPO DEL “PAVOLOSO” - La Sardegna è riuscita nel tempo a mantenere immutate alcune caratteristiche fisiognomiche dei propri abitanti soprattutto a causa del suo naturale isolamento geografico. Dal gol promozione alla rimonta del risveglio in Serie A, il pedigree di Claudio Ranieri comanda: “dovrà accadere tutto all’ultimo minuto e l’uomo della provvidenza dovrà essere quello che più di tutti, qui da noi, ha fatto a pugni col destino”. Leonardo Pavoletti segna fuori tempo massimo al San Nicola il gol che riporta in Serie A i sardi dopo un anno di purgatorio ed è sempre lui a certificare la rimonta (da cui effettivamente gli isolani iniziano a fare punti nella massima serie): da 0-3 a 4-3 col Frosinone, che invece di lì in poi sembra impallarsi. “O’Pavoloso” segna sempre nel recupero (94’ e 96’) e continuerà a farlo ancora prima della conclusione dell’anno solare (12/12/2023, gol al 99’ al Sassuolo).
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DIO VEDE, “IVAN PROVEDEL” - Così reciterà uno striscione in Curva Nord, qualche giorno dopo l’accaduto. Quanti portieri italiani hanno segnato nella storia della Champions League? Uno. Ivan Provedel da Pordenone, che quando Gozubuyuk (arbitro di Lazio-Atletico Madrid, ndr) sta per fischiare la fine, irrompe in area sull’ultimo cross-preghiera di Luis Alberto, incornando come un Marcelo Salas o un Bobo Vieri di fine anni ‘90. “Che finimondo per un capello biondo“ e tanti altri rimandi resteranno anche per le settimane successive… “Clamoroso all’Olimpico, ha segnato Provedel”.
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SINISA DAY - È domenica 17 dicembre e 366 giorni prima, uno dei calciatori (poi allenatori) stranieri più amati sul suolo del Belpaese, ci aveva lasciato. Sinisa Mihajlovic da Vukovar, Croazia. Jugoslavo, poi Serbo, forse sempre “italiano dentro”. La sua capacità magnetica di regalare e attrarre energia da allenatore sono la degnissima prosecuzione di un sinistro che da calciatore ha fatto epoca, abbattuto muri e ispirato poesie. Il 17 dicembre, appunto, si giocano Bologna-Roma e Lazio-Inter. La sua ultima squadra da allenatore contro la prima da calciatore in Serie A; poi il suo passato più glorioso contro la prima panchina (accanto a Roberto Mancini, ndr) da praticante mister. Ciao Sinisa.
Alessandro Sticozzi
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Il peggio e il meglio del 2023! Buon 2024 a tutti da TMW Radio!
01 gen 2024 08:00Calcio
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