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Il pagellone della VII giornata
06 ott 2024 22:53Calcio
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Come al solito anche la settima giornata ci regala tanti spunti, con il Napoli in vetta e sempre con qualche risultato a sorpresa.

 

Pedro 10: Chi mi conosce sa che il sottoscritto ha da sempre una battaglia terminologica contestualizzata al mondo del calcio italiano. Vocaboli come “fuoriclasse”, “campione” e “fenomeno” vengono troppe volte utilizzati erroneamente per i calciatori del nostro campionato. In Serie A esistono al massimo buoni o ottimi giocatori e talvolta anche potenziali (sottolineo potenziali) campioni. Di campioni in atto però non ve ne sono in nessuna squadra, eccezion fatta per la Lazio. Pedro non è più chiaramente il campione che vinse tutto tutto da assoluto protagonista con il Barcellona di Guardiola, né quello che si confermò in Premier League sollevando altri trofei con il Chelsea, né tantomeno quello che conquistò Europeo e Mondiale con la magica Spagna di Del Bosque. Pedro è un campione sul viale del tramonto, ma assolutamente ed inequivocabilmente ancora meritevole di quell’appellativo. Lo dimostrano la professionalità ed il vigore che non sono comuni per un calciatore di trentasette anni. Di certo non comuni sono anche i colpi che continua a sfornare, incluso quello decisivo contro l’Empoli, arrivato dopo la perla messa invece a segno in settimana contro il Nizza. Dinnanzi a figure del genere non v’è altra scelta che inchinarsi, togliersi il cappello e ringraziare per cotanta bellezza.

 

Thuram e Retegui 9: Sembrano andare a braccetto in questo inizio di campionato. Sette gol per uno e tripletta da segnalare nell’ultimo turno. Il francese sta quasi ricalcando ciò che fece Lautaro nell’incontenibile inizio di stagione scorsa, mentre il centravanti azzurro, udite udite, ha già totalizzato lo stesso numero di reti messe a segno nell’intera passata Serie A. Sono diversi fisicamente, tecnicamente e tatticamente, ma hanno nel sangue il gol, oltre alla capacità di saper eccome giocare a calcio. In più ad accomunarli, oltre al colore della maglia, c’è da considerare come entrambe le rispettive squadre abbiano palesato delle difficoltà in queste prime settimane, soprattutto a livello di equilibrio. Niente paura però perché con quei due lì davanti c’è l’assoluta possibilità di far male a chiunque.

 

De Gea 8,5: Menzione d’onore per l’eroe di Firenze, insuperabile sui rigori di Theo e di Abraham. Già dagli undici metri si era rivelato decisivo nei preliminari di Conference contro la Puskas Akademia, ma questa volta si è veramente superato. Oltre ai due miracoli dal dischetto c’è anche da sottolineare un altro intervento prodigioso su Chukwueze. Si arrende solo alla perla di Pulisic, ma i tre punti alla fine arrivano ed hanno i suoi guantoni impressi sopra.

 

Antonio Conte 7,5: Per molti potrebbe apparire come un voto non all’altezza del lavoro svolto, ma è importante mantenere il principio di realtà. Il Napoli ha dato delle ottime risposte ultimamente, apparendo in forma ed in crescita, con i nuovi che si stanno gradualmente inserendo sempre meglio. Nelle ultime sette partite ufficiali infatti gli azzurri hanno segnato diciannove reti e ne hanno subite appena due. Numeri roboanti che però, come detto, vanno contestualizzati. Gli uomini di Conte, aldilà del successo di Coppa contro il Palermo, hanno battuto Bologna, Parma, Cagliari, Monza e Como. Avversarie ostiche, contro cui vincere non era scontato, ma che comunque partivano sempre sfavorite ai nastri di partenza. Presto ancora per proiettare il Napoli come netta pretendente per lo scudetto. Bisognerà attendere la fine di Ottobre per capire se poter alzare il voto, perché in quel frangente inizierà una sfilza interminabile di scontri diretti. Al momento l’unico incrocio con una big è stato un comunque soddisfacente 0-0 contro la Juventus.

 

Postilla, caos rigori: Parlare di episodi richiederebbe ore di dibattito, dunque meglio limitarsi alla questione di principio. Il concetto di “step on foot” appare indigesto a molti (incluso il sottoscritto) e continua a confermare polemiche. Il problema però è sempre lo stesso: i penalty appaiono sempre più generosi, alcuni al limite del ridicolo. Dall’altra parte invece ci sono dei falli più netti che non vengono neanche presi in considerazione per il richiamo al monitor. La scorsa stagione è probabilmente stata la peggiore per il caos sulla questione arbitrale, si cerchi di non incappare nella stessa fumosità.

Lucio Marinucci