Sono sincero fatico ancora a credere alle dimissioni di Roberto Mancini da Ct: inaspettate e fuori tempo.
Giorni fa era stato nominato responsabile del progetto club Italia. Una carica che lasciava pensare ad un lungo percorso di costruzione per arrivare al tanto atteso Mondiale. Il 13 agosto la clamorosa decisione di mollare tutto. Per prima cosa voglio ringraziare Mancini per l'Europeo vinto, per l'idea di calcio moderna portata in Nazionale e per la grande e immensa emozione che ci ha regalato con Gianluca Vialli: quell'abbraccio non lo dimenticheremo mai. Brividi unici.
Certo la mancata qualificazione al Mondiale è una ferita profonda che non guarirà mai e le dimissioni sarebbero state giuste e comprensibili in quel momento. Invece Mancini è rimasto, ma in cuor suo molto probabilmente si era crinato qualcosa, la sua faccia e anche il modo di stare in panchina nelle uscite successive alla eliminazione, indicava un malessere difficile da mandare via. Sinceramente non voglio credere che dietro questa uscita di scena ci sia una proposta economica per allenare in Arabia come qualcuno sostiene, ma nel calcio mai dire mai. Personalmente preferisco credere in qualcosa di più forte che ha tolto a Mancini la voglia di proseguire nel progetto azzurro. Ora però è tempo di cambiare tutto, in Federazione servono facce nuove. Oltre a Mancini servirebbero altre dimissioni. La notte di San Lorenzo è passata da poco, magari guardando il cielo una stella cadente tardiva mi consente ancora di esprimere un desiderio: in Federazione via tutti, serve un cambiamento totale. I desideri sono come le stelle irragiungibili, ma se alzi gli occhi sono sempre là. Mai smettere di sperare.