
Ospite de L'Editoriale di TMW Radio, il direttore Paolo De Paola ha parlato dei temi del giorno.
Che Juve ha visto?
"Questa difesa di campo dell'allenatore mi lascia supporre che non sia così come appare. La realtà è tutt'altro. L'esigenza di difendere l'allenatore, dandogli la responsabilità di raddrizzare la squadra, mi lascia intendere che sarà uno stillicidio da qui a fine stagione. Mi sembra indubbio che non si possa continuare così. Anche Giuntoli, in qualche modo, rischia qualcosa. Se la dai vinta ai giocatori, vuol dire che hai sbagliato e ti sei consegnato nelle loro mani. Se continui con l'allenatore, che non si fa ascoltare dalla rosa, è un problema. Tra i due mali, qual è quello minore? Deresponsabilizzare i giocatori, dandogli di nuovo potere come prima? E allora perché hai fatto questa rivoluzione? E' stata fatta proprio per dare potere al tecnico e non ai giocatori. Si vedono in campo dei giocatori della Juve che pensano ad altro. C'è confusione. Giocano conro l'allenatore? E' irrilevante sapere se è così o non hanno capito Motta. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Motta non è più l'allenatore della Juve. In una squadra devi avere uno zoccolo duro che deve aver capito il tuo credo. Vedere giocatori rabbiosi come Fagioli e Kean nella Fiorentina contro la Juve, vuol dire che hanno assimilato un modo di giocare che gli deriva da motivazioni, date dall'allenatore e da quanto accaduto alla Juve. Devi analizzare perchè questa grinta non ce l'hanno la Juve. Non è vero che c'è impegno, le prestazioni nel 90% quest'anno sono pessime. I giocatori della Juve non sanno cosa fare col pallone e le occasioni davanti sono episodiche e non dovute a una coralità di squadra. Quindi vorrei capire dove va questo progetto. Io sono più propenso a pensare che i giocatori non abbiano mai capito l'allenatore, che siano stati confusi dal tecnico e che si siano arresi a un'evidenza che è sotto gli occhi di tutti. Non c'è nessun reparto che agisca con ordine in questa squadra".
Giuntoli a fine partita ha confermato Motta e ha difeso il progetto:
"Ho paura che si possa arrivare al traghettatore. Si vuole salvare la baracca e arrivare in Champions, ma ora la Juve è quinta, superata dal Bologna. E' molto tortuoso il percorso fino alla fine. Il quarto posto è fondamentale ora. Capisco che Giuntoli si stia battendo per dare continuità almeno fino a fine stagione, ma il pericolo è sotto gli occhi di tutti. Si va avanti partita dopo partita sperando che Motta vada bene, ma per me esiste un piano B, non posso pensare che non ci sia un'alternativa. Ma nel frattempo la Juve non può permettersi la perdita del quarto posto. Credo che possa esserci una soluzione interna, non di grande spessore. Se le cose dovessero precipitare, credo che ci sarà un traghettatore non di grande spessore".
Napoli, solo 8 punti nelle ultime 7. Che succede?
"Sono scettico di fronte agli ultimi risultati di Conte. Probabilmente quella inerzia, quella spinta e capacità che ha Conte di galvanizzare i giocatori non basta per sopperire alla qualità della rosa. Manca qualcosa nell'alternativa di gioco e nel cercare altre soluzioni nella rosa. Ma è ancora lì al secondo posto e resta un'impresa di Conte. Il problema del Napoli è il mancato mercato di gennaio e questo ha incrinato i rapporti tra Conte e la società. E questo ha consentito ai giocatori di avere degli alibi".
Inter che vince a Bergamo: che segnale è?
"Sono 8 partite che Inzaghi batte Gasperini, non è una casualità. Se tu metti uomo contro uomo, vince la qualità dell'Inter ed è successo questo. Soprattutto a centrocampo, dove il cervello e la capacità di creare e gestire gioco hanno preso il sopravvento. Inzaghi è molto meticoloso, guarda tanto certi particolari che ti danno la sensazione che viene molto sottovalutato rispetto ai meriti che produce".