Durante l'appuntamento odierno con L'Editoriale è intervenuto sulle frequenze di TMW Radio Paolo De Paola. Queste le sue parole:
Con quali speranze la nazionale di Spalletti si approccia all’Europeo in Germania?
“Con tantissime speranze, c’era la paura di farsi male in quest’ultima partita, i giocatori sono stati attenti a non spingere. Si sono viste delle azioni importanti, non solo quella del gol, quando la squadra va in velocità mi piace. Mi convince Fagioli, molto meno Jorginho che ormai ha perso il passo, guarda sempre indietro perché ha smarrito la capacità di incidere. Boccio ampiamente Jorginho e promuovo Fagioli, Scamacca è stato bravo in alcune occasioni perché sa dare l’uno due e sa attaccare la profondità. La scelta di Fagioli è tecnica e Spalletti la vede meglio di altri. È successa la cosa più giusta, ovvero la convocazione di Fagioli e l’esclusione di Acerbi. Ad Acerbi auguro il meglio per l’infortunio, però mi piace vedere un ragazzo che sta guarendo da una patologia e che tecnicamente si merita questa convocazione. L’oretta di gioco vista con la Bosnia non mi è dispiaciuta, ha ancora qualche timidezza ma dal punto di vista tecnico non si discute”.
Come giudica le parole di Ancelotti sul mondiale per club?
“La politica calcistica sta cambiando, ha rialzato la testa anche chi ha proposto la Superlega. Attenzione al vento nuovo che c’è in Europa che può influenzare anche il calcio. Vediamo anche quanto successo in Spagna, si vuole pensare più all’aspetto commerciale e all’aspetto popolare. Il Real Madrid che vale un miliardo e che ha tutti i giocatori migliori del mondo, dopo aver vinto 15 Champions vorrebbe dettare legge. L’obiettivo della Superlega è far vedere la migliori partite del mondo, questo no del Real è legato al progetto Superlega. Avere quel modello NBA nel calcio europeo con le 12 migliori o le 20 migliori ci starebbe bene. Ci starebbero tutta l’élite del calcio europeo”.
Condivide le parole di De Siervo sull’equilibrio del calcio italiano?
“Prima cosa, se De Siervo parla dei valori tecnici condivido il suo pensiero, la Serie A è tra i principali campionati europei. Se invece parliamo di squadre vincitrici no, perché il Napoli è stato una splendida variazione del tema, visto che per 20 anni c’è stato il dominio delle strisciate con Milan, Inter e Juve. In Inghilterra c’è una forbice più ampia con 5-6 squadre che vincono, in Italia sono tre, in Spagna e in Germania due. Come si allarga questo range? Il Napoli può entrare nel novero delle grandi, ma deve dare continuità. Nel complesso degli ultimi anni l’Atalanta è stata forse la più continua, ma non è una grande, non ha quel bacino di utenza che può essere ascritto alle big. Poi c’è un tema chiaro, occupatevi degli stadi. In qualsiasi paese europeo sono avanti a noi, noi eravamo i primi, negli anni Ottanta e Novanta abbiamo ristrutturato, poi ci siamo fermati. Mi auguro che possa intervenire il governo per fungere da locomotiva per dare il via a questa svolta a livello di stadi. Il livello dell’impiantistica è scadente”.