Il direttore Paolo De Paola è intervenuto nel corso di Maracanà, trasmissione di TMW Radio.
C'è Fiorentina-Milan nel weekend. Partita verità per entrambe:
"Penso che il Milan non sia guarito, non mi dà sicurezza. L'allenatore ha visto una partita fantastica col Bayer ma l'ha vista solo lui. Le sconfitte danno alla testa. Il Milan non mi sembra guarito, poi c'è questo caos attorno a Pavlovic, perché l'allenatore ha perso fiducia in lui? E' una prova molto delicata per il Milan e non vorrei che proprio possa esserci lo zampino di Adli...".
Come vede la Fiorentina?
"Non impazzisco per Kean e Cataldi. Vedo dei giocatori che non stanno facendo cambiare passo a questa squadra".
Quanto perde la Juventus senza Bremer?
"Saluto sempre gli allegriani, vista anche la prestazione di Lipsia. Sul 2-1 erano tutti lì appollaiati, gongolavano, era finita. E invece...La Juve ha scoperto un altro approccio, si combatte sempre a prescindere dall'avversario, un approccio molto anni '70. L'assenza di Bremer comunque inciderà, ma vedremo. Quando c'è organizzazione di gioco, pesa di meno un calciatore singolo".
Inter, le vicende esterne possono incidere in campionato?
"Il segreto di Marotta è quello di aver tenuto su l'Inter con una proprietà che lasciava molti dubbi. Marotta è bravissimo nell'isolare il gruppo. Io conto molto nelle sue capacità manageriali per dare la maggior serenità possibile al gruppo. L'Inter sul campo ha quasi risolto i problemi a centrocampo e con Lautaro, che è tornato. C'à un'evoluzione tattica interessante, qualche soluzione diversa la sta provando Inzaghi. Il Toro non lo vedo un ostacolo".
Roma, e se tornasse De Rossi?
"Non ho capito le parole di Pellegrini, ha detto che non partecipa a pagliacciate. Quale sarebbe stata, quella di dire una cosa diversa alla società o di aiutare l'allenatore? Non ho capito la posizione di Pellegrini su De Rossi. De Rossi? Io sarei d'accordo, pur nel rispetto di Juric non mi sembra adatto a una situazione come quella della Roma. Il ko in Europa arriva in un momento già delicato, sono sconfitte che rimangono".