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Camolese: “Il Torino è un libro di cui avere cura, per poi riconsegnarlo intatto”
06 ott 2023 17:33Calcio
© foto di Giacomo Morini

Nella serata di TMW Radio, all’interno di “Piazza Affari”, è intervenuto l’allenatore Giancarlo Camolese.

Come arriva il Toro di Juric a questo derby contro la Juventus?
“Ci arriva dopo una settimana pesante un po’ per tutti, con le tre partite ravvicinate. Il Toro ci arriva perdendo qualche giocatore importante dietro, ma anche la Juve ha delle defezioni offensive”.

Juric si è detto infastidito dal fatto di non essere riuscito a vincere ancora un derby. È un problema di blocco psicologico?
“La Juve nella storia ha sempre avuto squadre sulla carta più forti. Solo negli anni ‘70 il Toro poteva avere qualche pronostico dalla sua parte. Con grandi prestazioni i granata hanno sempre fatto soffrire la Juventus. Nei miei tre derby non ho mai vinto, ma non ho nemmeno mai perso”.

Qualche aneddoto dei suoi derby?
“Il primo derby lo perdevamo 0-3 e nel secondo tempo l’abbiamo pareggiata 3-3. Alcuni sono iconici, ecco. Nel secondo vincevamo 2-1 a pochi minuti dalla fine e siamo stati raggiunti. Ricordo sempre il Delle Alpi pieno e gli spalti divisi tra le due tifoserie”.

Quali altri Torino hanno somigliato in questi anni al suo?
“Chi mette la maglia del Toro vive la storia di questa società e i tifosi pretendono quel tipo di grinta. L’ho sempre visto un po’ in tutte le edizioni di squadra che sono venute dopo quelle che ho allenato io. Con tanti stranieri in squadra, a volte, è più difficile far capire alcune emozioni ed alcuni rapporti”.

Ciccio Graziani ha chiamato Juric e gli ha detto di far giocare Sanabria vicino a Zapata. Cosa ne pensa?
“Sono due giocatori importanti, che saranno utili nel corso della stagione. Juric, che ha sempre preferito giocare con una punta e due trequartisti, ora ha anche possibilità diverse. Credo che siano due giocatori che possono giocare insieme”.

Che ricordo ha di Cairo come Presidente? Come mai non accoglie così tanti torinisti al Toro?
“Avevo gestito una situazione difficile. Non potevo assolutamente rifiutare, perché ero a casa mia. Nell’arco di 10 partite avevamo fatto 11 punti, ma non bastarono. Il rapporto è stato corretto, ho fatto di tutto per fare risultati e per recuperare giocatori ai margini della rosa. Il suo modo di fare il Presidente in questi anni è cambiato. Forse era più presente prima, voleva parlare con i giocatori ed essere in prima linea. Negli anni credo che abbia compreso che è meglio stare in seconda fila e parlare solo ogni tanto, per avere più impatto. Non so dirvi come non siano inclusi tutti questi “torinisti” tra dirigenza e settore giovanile. Quelle sono scelte professionali che appartengono all’imprenditore e credo che possa rispondere lui. Il Torino l’ho sempre visto come un grande libro che ci viene affidato per scrivere delle pagine di storia. L’importante è riconsegnare il libro intatto”.

TMWRADIO Redazione