Luca Brunetti, allenatore ed ex calciatore, è intervenuto durante il programma "A Tutta C" a TMW Radio per commentare vari temi.
Che idea si è fatto sulla questione stadio? Un conto è giocare con i tifosi e un conto è non farlo
"La questione stadio si trascina da vari mesi e siamo arrivati al capolinea. La cosa positiva sarebbe poter giocare in un territorio lontano 50-60 km. È normale che se si parla di andare molto lontano diventa un grande problema per i tifosi, anche perché si parla di due anni".
Quanto può gravare sull’entusiasmo e sulla programmazione?
"Per me può gravare molto. Per i tifosi è una situazione difficile perché non tutti potranno permettersi di fare una trasferta ogni domenica. Questo sarà nocivo anche per la squadra che non avrà i tifosi. Senza dubbio è una cosa molto molto negativa. La cosa che mi auguro è che il posto dove bisognerà andare sarà vicino. Bisogna guardare in tasca ai tifosi. Questa cosa comunque si sapeva, non è sbucata dal nulla".
Dopo questa bella stagione la piazza, poi, si aspetta tanto
"Quando le cose vanno bene l’appetito vien mangiando. Tutti ci si aspetta qualcosa in più. Questo deve arrivare, però, dalla società che, anche se non si giocherà in casa, rinforzerà la squadra. Parliamo di stadio e anche di altre questioni ma è fondamentale chi va in campo".
Sarà anche un campionato complicato
"Bisogna vedere di avere il dente avvelenato per andare in Serie B. Per me poi il girone C di LegaPro della prossima stagione è una vera e propria B2".
Anche il Perugia sta attraversando un momento complicato, le dispiace? Che ricordo ha della sua avventura lì?
"Il Perugia è una società importante e deve risolvere tutto. Purtroppo in questi ultimi anni sono stati condannati a qualche Serie B e tanta Lega Pro. Dispiace perché sembra che le cose non cambiano. Io lì poi sono stato benissimo. Mi ricordo che facemmo un campionato molto importante. A portarmi lì fu Nasti dalla Sampdoria. Mi ricordo anche di una sconfitta molto pesante, dove io sbagliai e presi un’espulsione, che ci è costata davvero tantissimo perché non ci ha fatto andare a giocare lo spareggio con il Pisa. Avevamo una squadra fortissima".
Il calcio di oggi è caratterizzato da cifre esagerate e poi si cercano solo calciatori con fame. Il sistema è sbagliato?
"È assurdo perché poi purtroppo si pensa ad altro. Mi fa venire in mente il fatto che il giorno dopo l’eliminazione dell’Europeo erano ad Ibiza. Io mi sarei chiuso in casa per una settimana. Per me comunque la colpa non è dei calciatori ma del sistema".
In C e D c’è più fame
"Anche i giocatori di Serie D, Serie C vanno visti. Per me bisogna attingere anche lì. Dobbiamo farli crescere. Anche alcuni allenatori di quelle categorie hanno più fame di quelli che sono in A. Bisogna cambiare il sistema. Bisogna dare una svolta importante per fare qualcosa di buono. Bisogna attingere da quelle categorie e anche dalle primavere, sennò non cresceremo mai. Bisogna tornare a come era il calcio una volta".
Nel suo futuro cosa vorrebbe?
"Mi piacerebbe rientrare nel calcio. Vorrei essere di nuovo un uomo di spogliatoio. A 59 anni mi sento ancora giovane. A parte il tendine d’Achille (ride Ndr). Comunque mi sento ancora giovane e vorrei rientrare nel calcio".