E' giovedì ed è il momento a TMW Radio, durante Maracanà, dell'ex calciatore e procuratore Massimo Brambati.
Le sarebbe piaciuto giocare il derby di Roma?
"Sarebbe stato bellissimo giocare una partita del genere. Nel 1993 ci sono stato vicino alla Roma, ma rinnovò Tempestilli e non se ne fece nulla. Ho giocato i derby di Torino ed erano molto sentiti, già dal settore giovanile. La Juve non odia così tanto il Toro, ma il Torino ha sempre messo grande carica in tutte le categorie".
Juventus, come l'ha vista in Coppa Italia?
"E' stata una piccola risposta a questa grossa crisi che nessuno si aspettava. Al netto del fatto che Allegri ha sempre detto che gli obiettivi erano quarto posto e Coppa Italia, credo che ci sia una verità che sta nel mezzo. Se la Juve batte in questo modo la Lazio, vuol dire che ha delle responsabilità in generale, che partono dal tecnico e arrivano ai dirigenti. Qualche punto è stato lasciato per strada. Non lottava magari per lo Scudetto ma poteva avere già in mano il biglietto per la Champions. La partita con l'Empoli ha tirato giù un castello che era fatto di carta, lo si capisce dalle parole di Chiesa".
La partita con la Lazio può essere un clic mentale per la Juve?
"A 4-5 giorni dalla fine del mercato sono salito a Milano e mi sono incontrato con Alessandro Moggi, il quale aveva ricevuto una telefonata da Barone. Il quale diceva che la Juventus aveva cercato Bonaventura, a una settimana dalla fine del mercato. Ma se tu Juventus ti accorgi che ti manca uno in mezzo e utilizzi il tecnico per dire che il gruppo non può essere intaccato da altri arrivi. Bonaventura pressava per andare alla Juve, ma la Fiorentina si è trovata spiazzata perché non aveva il tempo di sostituirlo. Allora mi domando: scusami Giuntoli, non è che sei arrivato in ritardo a pensare di coprire quel ruolo? Avrebbe permesso quella mossa di avere una soluzione in più in quel reparto che a inizio anno aveva. Ora invece ti ritrovi con Nicolussi Caviglia, Miretti, tutti dalla Next Gen. Capisco che il diktat sia quello, ma non si può chiedere poi troppo".
Dubbi su Giuntoli?
"Qualche dubbio ce l'ho e mi viene dal fatto che si porterà i suoi collaboratori più stretti dal Napoli. Questo significa che ha bisogno dei suoi uomini. Ci può stare, però non ho ancora visto agire in un modo in cui mi aspettavo, a partire da gennaio. Essere vicini all'Inter poteva spingere a rinforzare la rosa. Il direttore bravo è quello che riesce a fare la differenza anche con pochi soldi, portando a casa chi ti è funzionale in quel momento, quando devi inventarti un'operazione. Giuntoli arriva alla Juve dopo aver vinto lo Scudetto col Napoli e perché ha scoperto Kvara e Osimhen. Ma non è detto che li ritrovi due così. Hai preso lui solo per fare quel lavoro o anche per fare altro? E mi chiedo: sei Giuntoli e sei la Juve, le cose stanno andando male, c'è nell'aria la possibilità di cambiare Allegri. Sei seduto al tavolo con Motta e non vuoi neanche contattare Conte che è a casa? Non ti siedi neanche un ora a tavola con lui? Per me è una pazzia. A Elkann non gliene frega niente, si occupa di altre situazioni. Ti siedi con Conte, poi vedi cosa ti dice e valuti. Ma dire di no a prescindere a un tecnico che potrebbe esserti utile è una pazzia per me. E io penso: non è che per caso Giuntoli ha paura di prendere un allenatore con una grande personalità e che diventi ingombrante e possa ricoprire più ruoli in società? Se fosse così, sarebbe preoccupante. Non puoi spendere tanto sul mercato? E' una leggenda metropolitana questa su Conte".