Nella serata di TMW Radio, all’interno di “Piazza Affari”, è intervenuto l’avvocato Francesco Giuliani.
Quattro big salgono in FIGC e chiedono la Serie A a 18, creando una spaccatura…
“Per ragioni politiche di lotta tra Federazione e Lega chi ha la peggio è il calcio italiano. Queste battaglie, che sono comprensibili su un piano politico, sono incomprensibili sul piano sportivo. Il risultato è che tutto ciò porta a un nulla totale. I presidenti, che sanno come la Federazione abbia un potere di controllo sulla Lega, lasciano come sconfitto il calcio italiano, che continua ad arrancare rispetto al calcio degli altri grandi Paesi”.
La partita politica si gioca sulla volontà d’autonomia della Lega Serie A al netto della FIGC, per poter “parlare” direttamente col Governo…
“Sono d’accordo con l’assegnazione alla Lega Calcio un potere superiore. La FIGC si occupa di tutto il calcio italiano. La Lega invece sta sulle leghe professionistiche. Il business è legato in maniera indissolubile ai risultati. La centralità del business deve essere chiara. Va protetto sì lo sport, incrementando ausili e aiuti per i settori giovanili. Ma il calcio manageriale deve essere gestito da manager”.
È anche un problema di inestricabili e ineluttabili personalismi?
“Questo è un Paese dove tutti minacciano dimissioni e poi nessuno le dà. Invocare le dimissioni altrui è ancora più comico. In altri Paesi ci si dimette per molto poco, con una dignità diversa rispetto alla nostra. I personalismi - ovunque - bloccano lo sviluppo. Il nostro è uno dei Paesi più vecchi del mondo ed è complicato pensare a un grande ricambio generazionale. L’incentivo alla produttività del business è l’unica strada che potrà mettere d’accordo tutti”.
Il calcio italiano chiede il ripristino del Decreto Crescita. Che idea si è fatto?
“Come dicevo, il Decreto Crescita, così come tutte le norme provvisorie, serve e poco. Le società italiane devono imparare a gestire i bilanci. Da noi i club rimandano nel tempo i debiti ingrossandoli. Leggi e “leggine” che rinviano il problema per qualche mese non risolvono nulla. L’ingresso di norme provvisorie è solo un palliativo”.
Che ne pensa dei 12 punti?
“Penso che mettere in discussione 12 punti in una riunione sia equivalente a non discuterne nessuno… Le riunioni interne devono durare - nel mio ufficio - al massimo di 10’/15’. Serve solo per fare comunicazione alla stampa e far vedere che si sta facendo qualcosa. Si approfondisca un argomento per volta e poi si comunichino i risultati”.
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Avv. Giuliani: “Discutere 12 punti vuol dire discuterne nessuno. I personalismi fermano sviluppo del calcio”
13 feb 2024 17:38Calcio
Alessandro Sticozzi