Sono passati esattamente 50 anni da una grande storia di calcio: 12 maggio 1974 la Lazio diventava per la prima volta campione d'Italia, una squadra che ha segnato per sempre la storia di questo club e del calcio italiano. A parlarne a TMW Radio in una puntata speciale di Storie di Calcio è stato uno dei protagonisti di quell'impresa come Giancarlo Oddi. Che ha raccontato: "La prima cosa che mi viene in mente è purtroppo i compagni che non ci sono più. E poi che la Lazio era abituata a fare Serie A e B, giocammo meglio l'anno prima ma riuscimmo a vincere nel 1974 uno Scudetto che non è una cosa da poco. Ci riuscimmo con una squadra che non aveva nomi altisonanti ma riuscì a ottenere il massimo. E poi avevamo un allenatore eccezionale, che capiva tutto. Era davvero fuori dalla norma Tommaso Maestrelli, ti capiva in tutte le maniere".
Poi ha aggiunto: "L'Olanda ci aveva copiato, perché giocavamo con due difensori ma gli altri erano tutti giocatori d'attacco. Noi pensavamo di essere più forti di loro, eravamo capaci di dire che li avremmo battuti in caso di una sfida. Io e Pino Wilson eravamo i marcatori in quella squadra. Frsutalupi credo che fosse eccezionale, uno dei più bravi anche a livello italiano e non capisco perché non sia andato in Nazionale. Il presidente Lenzini? Era uno spettacolo, con la Lazio s'è rovinato veramente. Giocava a carte con noi, ma era veramente una grande persona. L'anno prima davvero ce ne hanno fatte di tutti i colori e lo sfiorammo lo Scudetto. Di quella stagione ricordo che noi andammo a Bologna nel finale di campionato e marcavo Novellini, che non si fermava mai. A un certo punto gli diedi una botta e gli chiesi perché giocassero così alla morte con noi, e lui rispose che si giocavano un premio di 750mila lire a testa. Finì in parità e nel sottopassaggio litigammo un po'. Lo dissi a Maestrelli e andò a dirlo in tv. Il presidente del Bologna, interpellato, non sapeva nulla. E chissà chi gli diede quel premio partita".