Nel corso di Stadio Aperto, su TMW Radio, l'ex difensore Gianluca Falsini ha commentato le principali tematiche della giornata sportiva. Queste le sue parole:
Come giudichi le ultime disposizioni governative riguardanti il Coronavirus?
"Dobbiamo considerare che l'Uefa ha preso una posizione forte, ovvero quello di giocare alcune gare a porte chiuse o senza italiani. Si sono pronunciati organi più importanti dei nostri, bisogna stare attenti. Il problema grosso è che non abbiamo un antidoto per la guarigione, anche se i numeri delle guarigioni aumentano. Si potevano attuare decisioni in tempi più brevi e con meno imbarazzo. Quello che mi chiedo è coi settori giovanili come ci si comporta, così come con i campionati dilettantistici".
Come valuti l'operato del governo calcistico e non?
"Abbiamo fatto una brutta figura perché è vero è successo qualcosa di non preventivabile, ma la politica del calcio in questi momenti è stata pesata. Lo trovo lapalissiano che il governo del calcio sia totalmente spaccato. Si rischia di avere tanti esercizi e tante aziende che chiudono per mancanza di introiti. Si rischia il collasso di introiti. Il problema è che il nostro Stato non si è fatto trovare pronto nell'affrontare un'epidemia del genere".
Un sistema come la Serie C, che non ha un introito sostanzioso derivante dai diritti TV, è quello che rischia più di tutti?
"Bisogna avere una base solida, ma il problema della Serie C non sono tanto gli introiti dei diritti Tv, ma i soldi che arrivano dalle quote della Lega per i giocatori che giocano ogni domenica. È quella la linfa dei club di questo campionato".
Perché la maggior parte delle squadre oggi, sui calci d'angolo, marca a zona?
"Si marca a zona perché le regole facilitano gli attaccanti, per evitare trattenute e sbilanciamenti da cui si rischierebbe un rigore. Ad esempio la posizione di Rossettini in Lecce-Atalanta è troppo aperta, ha dato a Zapata troppe chance. Chiaro che se marchi un giocatore come Duvan devi concedere, ma gli dai un pallone sopra la tua testa. Sono rimasto più sconvolto dalla lettura dei giocatori del Lecce, in particolare Lucioni e Donati, sulle giocate di Zapata che ha avuto totalmente vita facile con gli stessi movimenti. Clamoroso vedere due difensori marcare così a uomo".
Oggi si guarda il pallone senza guardare l'avversario, come valuti un insegnamento del genere?
"Ho cercato di insegnare, nei miei anni nel settore giovanile, che il difensore deve dare uno sguardo al pallone e col corpo sentire il movimento dell'attaccante. La postura del corpo è fondamentale, la tendenza di una punta forte come Zapata è agganciarsi al difensore, in quel caso Rossettini. Mi hanno sempre insegnato che quando marchi un giocatore più forte fisicamente non devi avvicinarti troppo, perché a quel punto ti ha già preso un metro davanti in anticipo".