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Coach Barbolini: "Anche la pallavolo pensa al piano B. Non invidio Pirlo alla Juve"
19 ott 2020 19:14Altri sport
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Massimo Barbolini, coach della squadra Savino Del Bene Scandicci di pallavolo, è intervenuto in diretta a Stadio Aperto, trasmissione di TMW Radio condotta da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini: "Spero che i palazzetti vuoti non incidano sul rendimento: spiace, perché è vero che il pubblico è il settimo uomo in campo e ci manca, ma sto vedendo partite belle, dove si gioca, con le ragazze che si stanno abituando. Peccato non poter avere i tifosi ma, è brutto dirlo, forse ci si sta anche abituando".

La pallavolo che protocollo ha? Come incide sul regolare lavoro? "A livello di allenamento è quello basato sul buonsenso, sulla disinfezione dei palloni, del pavimento e della rete, dell'attenzione delle ragazze a sanificare più possibile quando ci si ferma un attimo. E soprattutto il tampone settimanale obbligatorio. Poi c'è il protocollo legato all'eventuale presenza di casi positivi, e una squadra può richiedere la sospensione se ha più di quattro giocatrici positive. Domenica abbiamo affrontato Busto Arsizio che aveva tre atlete positive, purtroppo dovremo abituarci: una volta toccherà a noi, quella dopo agli altri. Dobbiamo convivere con questa situazione. Il campionato è abbastanza complicato, e anche oggi abbiamo fatto un summit tra allenatori e CdA della Lega per iniziare a pensare ad un piano B. Finché sono una-due le squadre con problematiche ok, ma se sono tante a furia di rimandare non rimarrebbe tempo per finire adeguatamente la regular season. Bisogna sedersi a un tavolo, senza aspettarsi di essersi rotta la testa".

In cosa consisterebbe il piano B? "Intanto servirebbe che il girone d'andata venga concluso, e su quello siamo quasi a metà: ne abbiamo fatte sei su quattordici. Anche a costo di fare quattro partite in una settimana, bisogna bruciare più possibile i tempi così da tenersi uno spazio per eventuali recuperi. A quel punto va capito cosa fare nella seconda parte. Sui playoff è pure difficile prevedere, l'obiettivo principe è comunque quello di concludere la regular season. Non aspettiamo di essere in difficoltà: lo scorso anno ci è caduto tutto addosso, e non abbiamo trovato rimedi. Bisognerà arrivare a un punto in cui una squadra ha vinto il campionato. Senza considerare la questione ancora più problematica della Champions League e delle coppe europee: immaginare ora di girare l'Europa in aereo è abbastanza complicato. Si pensava di proporre un raggruppamento da svolgere in un weekend, con le prime due che andrebbero avanti. Per ora sono soltanto parole, ma è giusto che ci si occupi di immaginare soluzioni".

Vi siete sentiti tutelati, protetti e rispettati dal Ministero dello Sport? "Sì, onestamente sì. Ogni caso ha situazioni diverse anche per interessi spostati, ma come in tutte le cose della vita: il calcio, spesso, più che uno sport è una vera e propria industria e a me è sembrato normale che ci fosse l'attenzione e la volontà assoluta di concludere il campionato. Ci sta, così come che altri sport non siano riusciti invece a concludere: interessi ed organizzazioni sono diverse. Parlando della pallavolo, credo sia stato fatto il massimo possibile. Va accettata la questione, senza sentirsi marginali né trascurati. Funziona così nella vita, nel calcio ci sono più interessi: sta a noi trovare soluzioni, e se sono sensate anche noi potremo metterle in pratica".

Si aspettava un inizio così bello della sua Savino Del Bene? "Ci speravo, anche se sembra presuntuoso. Siamo una squadra abbastanza nuova, ed era difficile, però stanno lavorando e rispondendo bene. Sono molto contento e ritengo ci sia anche un margine di miglioramento molto alto, siamo solo all'inizio: ancora commettiamo tanti errori, e il primo step da fare è di diminuirli. Quando inizi un nuovo percorso e arrivi ai risultati, ti arriva consapevolezza e spirito di sacrificio: abbiamo solo iniziato la strada, che credo sia quella giusta".

Giocare più spesso è quindi l'unica soluzione? "Noi essendo una squadra con giocatrici che hanno potenziale per crescere, quell'allenamento in più potrebbe servire. Ma ci vuole consapevolezza che, non avendo quattro allenamenti prima da fare delle partite ma al massimo uno e mezzo o due, ecco che bisogna dare il 110%. Per crescere c'è la partita: bisogna fare quanto ci impone il programma. Da qui alle prossime due domeniche avremo una sola partita e tempo per lavorare di più".

Più preoccupato per la sua Juventus che per la Savino Del Bene, quindi? "Non è facile, si attraversano anche questi periodi qua... Ricordo che nel secondo anno di Allegri era tredicesima a un certo punto, anche se era un'altra squadra, con diverse sicurezze. Questa è nuova e con tanti giovani, e per me farà fatica perché vedo squadre che sono cresciute di più come Inter, Napoli e Milan. Squadre forti ce ne sono, e non sarà assolutamente facile. Per me soprattutto Inter e Napoli sono le candidate più serie, ma pure qui siamo solo all'inizio. Il problema del calcio è che non c'è la pallavolo: playoff non ce ne sono, e non puoi far scappare le altre. Non invidio Pirlo, il suo sarà un lavoro difficilissimo, essendo alla prima esperienza con una squadra da ricostruire".

Se la aspettava questa scelta? "Non so, ci avranno ragionato. L'arrivo di Sarri mi era sembrata una forzatura, l'aver preso a tutti i costi l'opposto di chi se ne andava e forse non è mai stato ben accettato, non è entrato in sintonia con pubblico e squadra. Quando inizia un periodo difficile, rialzarsi non è scontato. Esistono dei cicli, e secondo me quest'anno per la Juventus non sarà facile subito aprirne uno nuovo vincente, mantenendo la supremazia nel campionato".

Si parla molto della bolla stile NBA. Fattibile anche in Italia? "Fattibile, ma se non immaginiamo troppo in grande. Se con otto squadre ci si organizza di fare in venti giorni con due gironi da quattro e poi eliminatorie, allora sì è fattibile. Se ragioniamo sui tre mesi e mezzo, con centinaia di atleti e di tutto e di più, allora è impossibile. Secondo me, però, una fase di pallavolo si potrebbe fare. Bisogna pensarci seriamente".

C'è qualcosa che le manca ancora nel suo mestiere? "Mi manca una medaglia olimpica, quello sì. Per quella bisogna essere bravi e anche fortunati. Quella del 2008 è stata poco fortunata, avevamo vinto tutte le partite sia nel 2007 che nel 2009. Proprio nel 2008 abbiamo avuto una serie di problemi a un mese dalle Olimpiadi di Pechino, e si è finito per perdere. Questo è un mio rimpianto".

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Massimo Barbolini, coach della Savino Del Bene Scandicci, intervistato da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini © registrazione di TMW Radio