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Larini: "Per rimpiazzare uno come De Paul, l'Udinese deve ripartire dal gioco"
29 lug 2021 20:35Calcio
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Il dirigente sportivo Fabrizio Larini ha così parlato a Stadio Aperto, trasmissione di TMW Radio condotta da Francesco Benvenuti e Dimitri Conti: "I club, in mancanza di mezzi finanziari, più che sui calciatori hanno puntato sugli allenatori. Quello è stato il mercato più consistente: si è vista una cosa non così abituale come così tanti cambiamenti tutti insieme, specie tra le big".

In questi ritiri si notano molti tentativi di "recupero" di giocatori di secondo piano. "Ci si affida anche alle scommesse. Il discorso ci sta, nell'ottica del contenimento dei costi: so che parecchie società non comprano finché non vendono, ma se nessuno comincia a comprare come si fa?".

Chi sta comprando è l'Atalanta. Folle che pensino allo Scudetto? "Per una realtà di provincia, pur essendo un club che ha fatto cose importanti, è sempre difficile. Tecnicamente sì, ma mancherebbe il sostegno che hanno certi club, in ogni sfumatura e sfaccettatura. Lotteranno ma non sarà facile: potrebbero però sfruttare il momento di deficit finanziario internazionale".

Per Muriel era un problema di volere e potere? "Sempre e solo una questione mentale. Nessun allenatore l'ha mai discusso dal punto di vista tecnico, semmai per quanto riguarda continuità e sacrificio quotidiano. Ha avuto alti e bassi, per via del carattere. Quand'era con noi a Udine, a vent'anni, aveva già le potenzialità del top player. Con Gasperini comunque non è sempre titolare: lo gestisce nel modo giusto per fargli tirare fuori il meglio".

Ilicic è a fine corsa nell'Atalanta? "Il meglio di sé all'Atalanta probabilmente l'ha già dato. Anche lui ha sempre avuto picchi e cali: il top l'ha già toccato, ora forse avrà bisogno di trovare nuove motivazioni per poter dare ancora qualcosa. Dato che l'Atalanta ha tanti trequartisti, ci sta che cambi aria".

Al Milan lo consiglierebbe? "Qualitativamente può starci senz'altro. Ritengo poi che nel Milan, se impiegato, possa avere quegli stimoli che in questo momento gli stanno mancando nell'Atalanta".

Come ripartirà l'Udinese senza Musso e De Paul? "Hanno perso due pezzi importanti, che hanno contribuito in questi ultimi anni in cui la squadra non è stata all'altezza delle aspettative. Non hanno saputo mantenere un livello continuativo, soffrendo abbastanza. Forse l'ultimo è quello in cui hanno sofferto meno. Sappiamo però che la società è capace di tirare fuori il cilindro dal coniglio all'improvviso. La distrazione del Watford potrebbe aver inciso, ma per altri aspetti c'è stata della sinergia. Penso al ritorno di Pereyra, a Deulofeu che poteva essere importante".

Il riferimento è Luca Gotti. "Lui è sempre stato preparato, lo so sin da quando allenava a Treviso: certi giocatori mi parlavano benissimo per quanto riguarda la didattica e l'insegnamento ai giocatori. Nel tempo di certo è migliorato, arricchendo il suo bagaglio. Si era messo in una situazione di tranquillità facendo il secondo, fuori dalle dinamiche di pressione. Le conoscenze per allenare una prima squadra però le ha sempre avute, e si è visto".

Come si rimpiazza De Paul? "Ci sarà bisogno di indovinare qualcosa sul mercato: è nella storia dell'Udinese il dover riciclarsi dopo aver venduto pezzi importanti. Ripenso a quando abbiamo venduto Sanchez e fatto benissimo ugualmente, anzi meglio: da quarti, l'anno dopo arrivammo terzi. Uno così lo sostituisci col gioco, a meno che non hai la fortuna di trovare uno sconosciuto che esplode. Quando ci sono profili troppo determinanti, il gioco è più individuale. Se passi meno dai singoli, il gap lo puoi compensare col collettivo".

Cosa insegna l'Europeo vinto? "Bravissimi, perché avevamo una squadra sì forte, ma per esempio inferiore a quella del 2006. Hanno dimostrato che con lo spirito giusto si può arrivare a certi risultati".

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Fabrizio Larini intervistato da Francesco Benvenuti e Dimitri Conti © registrazione di TMW Radio