La diciannovesima giornata ci lascia un senso di incompletezza, causa Supercoppa. Il girone di andata può dunque dirsi completato sulla carta, ma non di fatto visti gli innumerevoli asterischi. Detto ciò, diamo i numeri.
Pellegrini 8: La prestazione non meriterebbe un voto così alto, ma ciò che ha significato questo derby per lui non lo ha significato per nessun altro. Riportare il racconto di questa stagione è superfluo; basta ricordare che nell’ultimo mese e mezzo non era mai partito titolare in Serie A. Gli sono bastati dieci minuti per inventarsi una rete stupenda, che ha poi segnato il corso della partita. Dopo le solite valanghe di critiche, talvolta giuste, ma talvolta sproporzionatamente esagerate, è tornato a graffiare. L’immagine dello scudetto giallorosso mostrato alla propria gente ha il sapore di una rivincita meritata. L’ovazione al momento della sostituzione sa di giustizia e di tre punti che ora possono finalmente rappresentare una svolta, per la Roma e per il suo vero capitano.
Piccoli 7,5: Ancora una volta, nel momento del bisogno, è arrivato lui a risolvere le cose. Con il gol pesantissimo contro il Monza, Piccoli ha siglato il quinto centro del proprio campionato, uguagliando il proprio miglior bottino con addirittura un girone di anticipo. Non solo le cinque reti non possono essere considerate poche per i parametri del classe 2001, ma bisogna anche soppesarle a dovere. La portentosa bordata messa a segno all’U-Power Stadium ha portato in dote tre punti vitali nello scontro diretto contro il Monza, ma non si è certamente trattata della prima volta. Gli altri gol hanno infatti condotto a due pareggi contro Como e Genoa, e ad altri due successi contro Parma e Verona. Senza di lui insomma Nicola sarebbe con molte probabilità a ridosso del fondo della classifica. Per sua fortuna quel ragazzone da Bergamo sta continuando a vestire il mantello da supereroe, trascinando con sé tutta la squadra.
Neres 7: Si conferma vispo ed in crescita. Nella città del David di Michelangelo è il David di Sao Paulo ad aprire la strada per la vittoria per gli uomini di Conte. Tra le assenze di Kvaratskhelia e Politano è lui ad esaltarsi, mostrandosi sempre più incisivo e decisivo. La quarta titolarità consecutiva lo sta ormai consacrando come una delle pedine insostituibili della formazione azzurra. Guardandolo galoppare e puntare l’uomo con la leggiadria di un colibrì si ha l’impressione che possa diventare ancora più pungente nell’immediato futuro. E nel frattempo Conte gongola.