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G. Fontana: "A Imola senza false promesse. Insigne? No a discorsi superficiali"
20 gen 2022 19:57Calcio
© foto di Federico Gaetano

Gaetano Fontana, allenatore dell'Imolese, ha così parlato a TMW Radio, durante Stadio Aperto con Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini: "Nonostante la classifica, abbiamo composto un gruppo di ragazzi giovani che sono delle spugne e io cerco di trasferire loro tutto ciò che posso". A Lucca una bella risposta. "Fino a cinque giorni prima dalla partita avevo solo undici persone da mandare in campo, compreso chi aveva giocato meno. Noi e la segreteria abbiamo fatto qualsiasi cosa, siamo stati falcidiati dal Covid. Ma a Lucca volevo che la squadra si ricompattasse e riprendesse il cammino e ho avuto una grande risposta. Ai ragazzi ho detto che si sono fregati con questa rimonta, mi hanno fatto vedere certe cose e le voglio ogni domenica". Quanti problemi ha la Serie C? "L'importante è essere chiari a inizio percorso senza vendere fumo. Sapevo che a Imola avrei dovuto puntare sui giovani e ottenere la salvezza. Rispetto ai programmi iniziali per me non c'è nulla di diverso, il nostro girone poi è estremamente competitivo: vedo idee di colleghi che meritano di essere citate". Sarà corsa Reggiana-Modena fino in fondo? "Credo di sì, forse potrebbe incollarsi il Cesena ma queste due squadre hanno profondità e qualità di rosa".

Come giudica la scelta di Insigne di andare a Toronto? "Dare giudizi senza conoscere i particolari è difficile: da un punto di vista sentimentale mi dispiace, Lorenzo è un figlio di Napoli e la favola del ragazzo campano che conclude la carriera lì provando a vincere più possibile affascinava anche me, ma i matrimoni si fanno in due. Non bisogna essere superficiali da dire che di soldi ne aveva guadagnati già troppi, è una scelta di vita e di cultura".

Il vero segreto della Fiorentina è Torreira? "Quando un allenatore ha una filosofia come quella di Italiano, proponendo gioco e dominando la partita, ha bisogno di gente che determini con la palla ai piedi e Torreira è un abile palleggiatore. A Firenze probabilmente ha trovato l'ambiente ideale e ne beneficiano poi i giocatori offensivi e lo sviluppo della manovra".

Cosa avrebbe potuto fare Sensi senza infortuni? "Se vogliamo è un Verratti della situazione, uno di quelli fatti apposta per un certo calcio. Sensi, nonostante la giovane età, ha mostrato di essere un giocatore importante ed è arrivato all'Inter con merito, dove però gli infortuni l'hanno rallentato. Deve rimettersi in gioco, può tornare a essere determinante e deve avere una squadra che gli dia la possibilità di giocare ogni partita".

Quanto è importante un allenatore per giovani tanto chiacchierati, come ad esempio Lucca o Moro? "Come fase è la più importante, dà valore al ragazzo e non lo fa andare di traverso. Io ne ho uno in casa, Angeli, difensore ex Milan, che ha fatto cinque gol e sul quale ora ci sono titoli di giornale. L'allenatore in questo caso è come un genitore per il figlio". Oggi Baldini sembra un altro giocatore, lei lo sa. "Avevo sentito Baldini quando era all'Ascoli e lo corteggiavo, mi permisi ai tempi di raccomandargli di investire su se stesso. Doveva essere ricostruito sulla fiducia, ricordo che dopo le prime partite aveva quell'alone da giocatore di B che scende in C: lo lasciavo sbagliare, anche gratuitamente. Dopo una batosta a Padova venne da me a chiedermi cosa fare, e lì gli dissi che potevamo cominciare a lavorare. Da lì la sua carriera è ripartita: ogni tanto ci sentiamo e ricordiamo quel momento. Quando si parla di giovani bisogna fare attenzione, perché leggono gli articoli e vanno fuori di testa. Normale, la colpa non è loro". Qualche nome di collega in C che la intriga particolarmente? "Farei torto a qualcuno facendo nomi, ma in ogni squadra ho visto buone idee e proposte, anche a Lucca nell'ultima partita. C'è del lavoro dietro, vedo in campo idee importanti".

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