
Durante l’appuntamento odierno con L’Editoriale è intervenuto sulle frequenze di TMW Radio Paolo De Paola. Queste le sue parole.
Cosa lascia l’ultima giornata di ieri?
“Mi tuffo nella polemica, è inaccettabile leggere commenti relativi al rigore dato alla Juventus. Insinuare un dubbio perché un giocatore che era di proprietà della Juve come Nicolussi Caviglia ha fatto il fallo da rigore è una logica alla quale mi ribello. È stato il migliore in campo del Venezia, è un giocatore che ha un obbligo di riscatto e che è diventato di proprietà del Venezia. Insinuare che nella faccia di un ragazzo pulitissimo ci sia malizia è incredibile, parlare di aiutino è inaccettabile. Il modo in cui si raccontano le cose è fondamentale, uno può essere caldo nel proteggere una società per la quale si fa il tifo, ma va fatto con dignità. La retrospettiva dell’aiutino è sgradevole, mi piacerebbe vedere un qualcosa di diverso. Ieri si può dire che la Roma abbia avuto vita facile col Torino? Si può dire, ma non ho mai dato adito al sospetto. Quando dici a un giocatore o a una squadra che truffano non ci sto, vanno presentate delle prove”.
Come giudica le parole di Tudor di ieri sera?
“C’è stata una marcia indietro probabilmente costretta, se ci sono delle carte scritte dove hai preso un impegno che comprende anche il Mondiale per Club non puoi fare quello che ha fatto Tudor. Lui ha firmato il contratto e ha preso quell’impegno, non va bene puntare i piedi adesso. Lato societario intorno alla figura di Giuntoli c’è delusione da parte di Elkann, ma era stata chiesta la Champions e la Champions è arrivata. Non ci sarà nessuno al fianco di Giuntoli, ci sarà più spazio per Chiellini ma non soffocherà mai le mansioni del direttore generale. Questa qualificazione in Champions rimette in ordine le cose, ma il potere di mercato rimane in mano a Giuntoli. Nessuno ha il 100%, ma mi sento di dire che al 90% il prossimo allenatore della Juventus sarà Antonio Conte”.
Ci potrebbero essere dei problemi nei rapporti tra Conte e Giuntoli?
“Questo sarà l’anno della verità per Giuntoli e vuole giocarselo. Può essere propedeutico per un rinnovo o anche solo per dimostrare il suo valore sul campo e che non è riuscito a dimostrare alla Juventus. Vuole dimostrare di essere uno dei migliori dirigenti in Italia, è impegnato verso la Juve. Notizie su un possibile divorzio avrebbero del clamoroso, poi alla Juve le cose possono cambiare dalla sera alla mattina. Ricordiamo che Capello aveva già vinto Scudetti con tre squadre diverse, lo aveva fatto prima di Conte e sono state dette tante stupidaggini in questi giorni. Due giorni fa ho sentito rassicurazioni per Giuntoli, c’è molta voglia di dimostrare il proprio valore in un anno che può essere quello della svolta per la Juventus. Conte non dovrà battersi solo per il campionato, ci sono ambizioni europee da soddisfare. Per l’appagamento di questa società non basta puntare solo allo Scudetto. Magari non subito, servirà almeno un ciclo biennale e sappiamo che garanzie chiede Conte a livello di progetto e di costruzione della rosa. Dovrà essere qualcosa di più di una vittoria dello Scudetto, servirà una gestione economica più accurata e una progettualità che sarà nelle mani di Antonio Conte”.
Perché il Napoli vince e gli allenatori vanno via?
“Perché il dio supremo del Napoli si chiama Aurelio De Laurentiis. Fagocita allenatori, giocatori e procuratori, l’essenza del Napoli è Aurelio De Laurentiis. Il Napoli ha avuto Giuntoli e Manna, ma questi capolavori non sono firmati esclusivamente da loro. Sono personaggi importanti, ma non avrebbero fatto nulla senza la firma di De Laurentiis. Meglio sbagliare tre allenatori in un anno che tre allenatori in tre anni, negli ultimi 10 anni il Napoli è andato otto volte in Champions. Nella catena corta del Napoli ci sono solo De Laurentiis e Chiarelli, che dà potere contrattuale al presidente. Lui fagocita allenatori e giocatori, poi li espelle a obiettivo raggiunto. De Laurentiis ammicca ancora verso Conte prospettando una squadra da Champions con De Bruyne e non solo, ma sembra non trovare sponde in Conte. Io ho qualche dubbio su Allegri al Napoli, con l’ambiente che c’è e i giocatori che ci sono tieni tutto in equilibrio solo se hai una capacità di controllare l’attenzione della squadra h24. Allegri è uno normale, con tutto il rispetto per Allegri. Gli piace andare a destra e sinistra, aveva vinto. Nel calcio un anno è un’era geologica, se tu vinci e l’anno seguente non vinci passa tutto. Conte quasi non festeggia perché pensa alla cosa successiva, chi si loda si imbroda. Allegri ha vinto tantissimo e su questa gloria si costruisce tutto, come se Allegri non abbia dilapidato molto negli ultimi quattro anni. La stima si basa sui cinque anni di Juve fatti in passato, se non ti mantieni a quel livello non sei più Allegri. La speranza di chi lo assume è che Allegri torni a quel livello, ma il calcio da allora è cambiato tantissimo e non ha dimostrato di rimanere al passo con il calcio. Ha avuto alti e bassi incredibili con la Juve in tre anni, l’allenatore dove era? Doveva ottenere dei risultati, il paragone con Conte è impietoso. Conte è uno che sta sul campo e morde le caviglie dei giocatori ogni minuto, va alla ricerca del risultato sempre. Allegri non è così, non dobbiamo stare qui a parlare ancora del suo passato. L’Allegri di oggi è un’altra cosa, gli auguro di trovare il tocco magico, ma i fatti mi dicono che negli ultimi quattro anni questo tocco magico lo ha smarrito”.