L'ex ct dell'italvolley Mauro Berruto, giornalista, scrittore e oggi responsabile dello sport nella segreteria PD, è intervenuto a Scanner, trasmissione di TMW Radio curata da Giulio Dini, parlando dei danni della pandemia sullo sport: "Dovrebbe essere vera una interpretazione dello sport che risponda a due cose: produca uno spettacolo, qualcosa che ci faccia battere il cuore e ci porti negli stadi, e poi un pezzo gigantesco che riguarda l'impatto sullo stile di vita e sul SSN, aspetti che riguardano la cultura del movimento a me cara. A parole lo sport è un bene primario, poi però ci si scontra con continue difficoltà affinché chi fa sport possa proseguire. Dopo il meteorite dei due anni di pandemia la situazione si è complicata con l'impatto delle bollette di gas e luce, che in questo momento mettono in ginocchio gestori di impianti sportivi e natatori. Sono disperati e sul punto di chiudere, molti l'hanno già fatto. Leggevo un report per cui un terzo delle società sportive del paese sono a rischio chiusura. Certi tipi di risultati si ottengono solo con una programmazione a medio e lungo termine, così che chi ha gioito per i trionfi italiani dello scorso anno potrà andare a praticare senza il rischio di trovarla chiusa. Pagheremo tutto questo tra dieci-quindici anni, e non in medaglie olimpiche ma molto più concretamente in euro e salute. E non c'è da interpretare, è letteratura scientifica e le malattie hanno un costo, anche quantificabile. Chi decide oggi non deve pensare solo a interventi straordinari ma a cambiare un modello, con politiche pubbliche che sostengano il diritto allo sport e interagiscano col denaro privato".

Un giudizio sulla riforma dello sport? "Non si possono applicare gli stessi parametri dalla Serie A all'oratorio, è in corso un tavolo di confronto per definire le varie realtà. Occorre mettere mano a quel mondo ma rispettando le specificità, altrimenti si rischia di determinare l'effetto opposto".